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CittaBella, D’Urso gol: storia del giallorosso che sognava Strootman

Riceve sul vertice dell’area, si accentra al limite, destro beffardo a superare il portiere. A Trigoria dicevano che assomigliava a Lorenzo Pellegrini, anche se già da ragazzino la barba folta e bionda era più quella di De Rossi, il nome quello di Totti jr. Oggi ‘Christian 10’, questo diceva la maglia sul campo del Venezia, rilancia il Cittadella al terzo posto e la sua carriera lontano da Roma.

SERIE B, BOXING DAY CON I NOMI DI BATTESIMO SULLE MAGLIE

Filo conduttore giallorosso, presente tutto granata, quello di Christian D’Urso. Nel 2016 figurava nella rosa di Spalletti, accarezzando l’idea del debutto in prima squadra mentre si laureava campione d’Italia Primavera. Poi le cose non hanno seguito il sogno romanista prendendo altre strade.. Prestito, prestito e ancora prestito. La capitale scivola via, l’ultima estate il Cittadella decide di puntare sul giocatore a titolo definitivo. Con tutte le incognite del caso.

Perché il pedigree è di quelli che contano, la storia interessante ma finita in un vicolo cieco. Per il centrocampista, sin dal 2010, garantiva un altro De Rossi – Alberto, papà di Daniele e allenatore delle giovanili giallorosse -. La voglia di imparare dai più grandi, Strootman su tutti, la personalità di dichiararsi juventino in Italia e fan del Liverpool in Inghilterra. La Roma ‘perdona’, ci crede a lungo. E D’Urso inizia a farsi le ossa in Serie B: tre anni tra Latina, Carpi e Ascoli, dove arrivano i primi gol da professionista. Ma soprattutto gli infortuni.

Nel 2018 club e giocatore accettano così la scelta esotica: chiama l'Apollon Smyrnis, la quarta squadra di Atene. Stagione da dimenticare (ultimo posto in Souper Liga), ma a volte conta anche il fascino fuori dal campo. Quello della Grecia, eterna terra della filosofia che conquistava Christian a scuola nella sua Rieti. Le verifiche di matematica, invece, erano come una partita in panchina. Quindi mettiamo da parte incognite e numeri: problema calcio risolto, contano solo la fiducia di Venturato e quella corsa terminata sotto la nord del Penzo. Il bambino che sognava Buzz Lightyear, prima della Roma e della Serie A, ha ritrovato il sorriso a Cittadella.

Francesco Gottardi

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