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Christantus Uche, l’intuizione di Bordalàs: il Getafe ha “il Kanté degli attaccanti”

Il 15 luglio 2023, il centrocampista Christantus Uche passava per 800 euro dal Moralo (quinta serie spagnola) al Ceuta (Primera RFEF, l’equivalente della Serie C). 

Il 15 agosto 2024, un anno e un mese dopo, Christantus Uche ha segnato, da attaccante, il gol con cui il Getafe ha pareggiato all’esordio in Liga contro l’Athletic Bilbao a San Mamès (1-1). 

Da centrocampista ad attaccante: sorpresa Uche nel Getafe

Uche, nigeriano del 2003, è l’uomo che non ti aspetti in questa prima giornata del campionato spagnolo. Una “storia nella storia”: quella del Getafe di Pepe Bordalàs, costretto a giocare alla Catedral con soli 16 giocatori a disposizione, di cui tre registrati in rosa nelle ore precedenti al match. 

Il pareggio di San Mamès è l’ennesima “clase magistral“, un’altra prova di bravura di un allenatore che quando guida gli ‘Azulones’ riesce a ottenere il meglio dal (poco) materiale tecnico a disposizione.

È merito suo se Uche è stato il migliore in campo: contro l’Athletic, Bordalàs ha risolto grazie al suo nuovo acquisto il problema dell’attacco. Nell’ultima amichevole aveva schierato come punte due difensori, stavolta è toccato a questo ragazzino “sconosciuto”, arrivato poche settimane fa per 500mila euro. La squadra di Madrid l’aveva acquistato per fargli fare il “pivote“, il centrocampista di impostazione. Grazie all’intuizione di Bordalàs, che ne ha sfruttato il metro e 90 di altezza, è diventato all’improvviso una punta centrale. Qualcuno, dopo il match di Bilbao, lo ha già definito “il Kanté degli attaccanti“. Tuttocampista. 

Uche fino a due anni fa postava su Instagram gli highlights delle sue partite, giocate su campi improponibili. Ora non ne ha più bisogno: il suo gol, un bellissimo stacco di testa da calcio d’angolo, sta facendo il giro del mondo. Insieme alla sua storia, più unica che rara.

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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