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Chiellini: ” La 100^ in Nazionale è più di un sogno, non si può dire no all’Italia”

Quota 100 è ad un passo, manca solo un ultimo sforzo. Chiellini e la Nazionale, storia di un amore infinito. Il difensore della Juventus è fermo a 99 presenze con la maglia azzurra, contro il Portogallo toccherà il centesimo gettone: “Il 17 novembre del 2004 ho fatto l’esordio e se tutto va come deve andare il 17 novembre del 2018 saranno 100 partite – Ha commentato Chiellini ai microfoni di Sky Sport – È un grande traguardo, è un onore ed è più di qualsiasi sogno si possa fare da bambino. Perché si sogna di giocare a calcio, si sogna la Serie A e la Nazionale. Ma sognare di arrivare a 100 presenze è tanto oltre”.

L’emozione è quasi come la prima volta, anche se quella maglia azzurra per Chiellini è ormai consuetudine. Un traguardo da raggiungere stagione dopo stagione, frutto soprattutto del duro lavoro: “Sicuramente ho delle doti naturali, ma dietro a questo traguardo c’è tanto lavoro. La maglia della Nazionale è importante perché non ti identifichi in un club, ma in una nazione. Vivi delle emozioni e ne fai vivere a tutto il paese. L’emozione che si vive in maglia azzurra supera le partite più importanti con i club”.

Tante gioie azzurre, anche alcune delusioni, una brucia ancora e forse non passerà mai: “La non convocazione per il Mondiale è un rammarico che mi porterò sempre dentro perché non potrò giocarne altri, ci ha lasciato un vuoto dentro. Anche le eliminazioni al primo turno bruciano. Il rammarico ce l’ho ma porterò tantissime cose belle con me. Con il lavoro si può migliorare anche a 34 anni, per ultimo me lo ha insegnato Buffon. Io non sarò mai uguale a Gigi o agli altri capitani che ha avuto la nazionale, ma ricopro il ruolo come meglio posso”.

L’esperienza di un veterano e la voglia di un debuttante, così Chiellini affronta il futuro: “A questa età non si possono fare programmi a lungo termine, ma voglio vivermela con l’entusiasmo di un debuttante. Cosa mi ha spinto a continuare dopo Italia-Svezia? Credo che la nazionale non si possa rifiutare, c’è un obbligo morale nel rispondere. La sconfitta con la Svezia è un vuoto che ci portiamo dentro. La speranza è che si possa partire in un progetto a medio-lungo termine. CR7? Mi sarebbe piaciuto affrontarlo alla centesima in nazionale. Ora dobbiamo ripartire con serenità e fiducia, che è quello che ci dice sempre anche Mancini”.

Redazione

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