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Chi fermerà l’Atalanta? Tra sogni e realtà, c’è chi ha già scommesso la qualificazione in Champions

“E’ una partita che ci ricorderemo a lungo”. Parola di Gian Piero Gasperini dopo la vittoria contro la Roma. Una rimonta bellissima, contro una squadra che punta allo scudetto, o per lo meno tenta di limitare lo strapotere Juventus. Ma il problema è uno, e tra l’altro molto semplice: se l’Atalanta gioca da Atalanta non ce n’è per nessun. Lo dimostrano i risultati contro ‘quelle che tentano (o tentavano) di limitare’ come Inter, Napoli e Roma. Aggiungiamoci anche i tre punti sul campo del Sassuolo, mai facile: quella una partita che si chiuse già dopo 45′ per 0-3.

Merito di Gasperini, sì. Di quella sua passione per i giovani che lo ha portato a lanciare dal primo minuto ragazzini come Kessie, Caldara, Gagliardini, Conti, Petagna. Fino a poco tempo fa semi-sconosciuti, ora sui taccuini dei club di mezza Europa. Ma va lodato anche il coraggio della società, che ha dato fiducia all’allenatore ex Genoa anche quando ad inizio campionato le cose non andavano per il verso giusto. Storia vecchia, ora l’Atalanta viaggia ai ritmi delle big: sette vittorie nelle ultime otto gare, un punto dal secondo posto e piena zona Europa League.

Ora i tifosi sognano e non potrebbe essere altrimenti: “non svegliateci” è l’appello. Pensate, c’è chi ha scommesso sulla vittoria del campionato o su un piazzamento in Champions League. Difficile, ok. Ma sperarci non costa nulla. Il fatto è che a Bergamo non solo ci sperano, ma ci credono pure e per davvero. Perché in fondo che c’è di male? Leicester, Nizza e Lipsia insegnano.

L’ambiente ribolle di entusiasmo, di orgoglio per quei ragazzi che in campo non smettono mai di mollare. Commovente l’abbraccio a centrocampo dopo la vittoria contro la Roma, con un Gasperini a cui stavano quasi per scendere le lacrime mentre, sorridendo, si avviava verso gli spogliatoi, con una curva intera ad applaudirlo. Ecco, la forza dell’Atalanta sta anche nel suo pubblico. Lo ha detto Gianluca Vialli a Sky Calcio Club: “Io, se dovessi giocare a Bergamo, al momento del sorteggio con la monetina non farei mai attaccare l’Atalanta nel secondo tempo sotto la sua curva. Perché loro, quando attaccano sotto la loro curva, diventano devastanti. E non può essere un caso”. Come dargli torto.

Impossibile sapere se e quanto questa favola possa durare. “Ora dateci la Juve”, gridano i tifosi, che incarnano sugli spalti lo stesso spirito dei loro beniamini. L’Atalanta non è partita con l’obiettivo di arrivare così in alto, ma semplicemente vuole fare il meglio possibile. Partita dopo partita. I punti sulla zona retrocessione sono già 18, la pressione è quindi ai minimi storici, altro che l’avvio di campionato oppure la salvezza per il rotto della cuffia. Adesso si gioca free, con la testa libera, che a questi livelli è un vantaggio non da poco. Ma se né Inter, né Napoli e neppure la Roma ce l’hanno fatta, la domanda è lecita: chi fermerà questa Atalanta?

Carlo Canavesi

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