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Dal treno per Francavilla ad Anelka. Favola Nzola: “Sempre creduto in lui”

Non erano lacrime. Era sudore. La stanchezza e la felicità, finalmente. Il sorriso di Nzola, dopo la doppietta di Benevento, e gli occhi lucidi nell’intervista di fine partita: “Dedico questa giornata e i miei primi gol in A al mio procuratore, che ha creduto in me”. Favola alla Jerry Maguire. Storia di M’Bala Nzola e Didier Pingisi, il suo agente: “Sono orgoglioso di lui. Gli avevo promesso che questo giorno sarebbe arrivato. Glielo dissi 4 anni fa, a casa mia a Bologna, quando le cose non andavano così bene”.

“TI OSPITO IO”. E QUEL TRENO PER FRANCAVILLA

Inizio luglio 2016. Bologna è caldissima e un ragazzo di neanche vent’anni è tormentato dai dubbi: “Didier, cosa pensi? Devo prendere il biglietto e tornarmene in Francia?”. M’Bala Nzola ha la faccia triste davanti all’hotel Encore. Guarda il suo agente Didier Pingisi e si sente smarrito. È stato appena scartato dal Perugia: provino di dieci giorni, la sua prima volta in Italia. “Non è pronto per una serie B, mi dispiace”, è la sentenza del club, all’epoca allenato da Cristian Bucchi. Didier ha scommesso tutto su di lui e – più che l’agente – in quel momento deve essere un fratello maggiore: “M’Bala non vai da nessuna parte. Tu resti qui. Sei da calcio italiano, troveremo una squadra”.

Pingisi lo ospita prima in albergo, poi a casa sua. Un mese di domande e incertezze: “Lo voleva la Casertana, ma il ds Luca Pensi ebbe problemi con la società e non se ne fece niente. M’Bala era a pezzi, pensava fossero segni, ma alla fine di luglio Francesco Montervino mi chiamò suggerendomi Francavilla. Neopromossi in C, una piccola società ma serissima. Parlai col direttore Trinchera (oggi a Cosenza, ndr). Ci conoscevamo già, si fidava. Strappai un provino di 4 giorni. Salimmo sul treno col sorriso e la speranza di farcela”.

Nzola aveva una maglietta bianca, un marsupio al collo e la convinzione di essere salito sul treno giusto: “Questa è la tua prima finale di Champions, M’Bala. Se non va bene qui, non saprò più come aiutarti”. Quel viaggio verso il Salento avrebbe potuto essere il preludio al ritorno a Troyes, dove lo scout Kebba Cissé della Sport Management and Consulting – agenzia di Didier e Doug Pingisi fondata nel 2001 – lo aveva scoperto da ragazzino. Kebba è stato il primo a intravedere le potenzialità di Nzola, intorno ai 15 anni. Provini e proposte, dal Crystal Palace ad altri club francesi. Poi i primi contatti con squadre italiane. Persino un torneo con la Cremonese, ma nonostante un'ottima prova di M'Bala, l'affare non si concretizzò. “Troppo presto per portarlo in Italia. Andò in Portogallo, prima all’Academica Coimbra poi al Sertanense in serie C: 17 partite, 9 gol. Situazione economica difficile, per quello nella primavera del 2016 decisi di portarlo in Italia”.

Il suo biglietto da visita era un gran gol al Porto in coppa, segnato con la maglia dell'Academica de Coimbra. Il biglietto per Francavilla invece fu solo andata: “Al secondo giorno di test, dopo un’amichevole col Monopoli, il direttore e il presidente Magrì lo fecero firmare subito. Quel giorno c’erano tanti osservatori e vollero bloccarlo subito. Iniziò tutto così, con Antonio Calabro in panchina. Sul primo gol di Benevento, c’è il suo tocco”.

LA PROFEZIA DI CALABRO: “LAVORA SUL DESTRO E SARAI DA A”

Piatto destro, prima gioia in A. Una stranezza per un mancino puro, ma dietro quella rete c’è il lavoro fatto con Calabro a Francavilla Fontana. “Quando imparerai a usare il destro, diventerai un attaccante fortissimo. Per la serie A, non per la C”, era il mantra del suo allenatore. Che quell’anno lo aiutò a sbocciare: prima rete contro il Monopoli, squadra del destino. “Prendeva meno di 2000 euro e viveva in casa con altri ragazzi, ma quella società è stata come una famiglia. Gli ha ridato il sorriso e saremo sempre grati nei loro confronti”.  

 

“GENOA E TORINO, MA CI FU LA SQUALIFICA”

A fine stagione i gol saranno 13: qualificazione ai playoff e primi interessi dei grandi club. Genoa e Torino si erano fatti avanti per lui. Soprattutto il ds Petrachi era interessatissimo. Purtroppo quell’episodio contro il Livorno bloccò tutto”. Andata degli ottavi di finale. Nzola s’innervosisce, prende un doppio giallo e ha una brutta reazione. Il referto della partita cita un piede pestato all’arbitro e frasi ingiuriose. Le giornate di squalifica sono otto. Il Francavilla esce dai playoff, la sua carriera rischia la frenata. “È stato un episodio che gli ha creato una reputazione sbagliata. M’Bala è timido e sensibile. Ci teneva tanto quel giorno e reagì male. Ma è stato un errore mai più ripetuto. Viene dalle periferie e da una famiglia molto credente. È introverso e molto educato. Quella sera l’ha pagata per molto tempo”.

L’INCONTRO CON ITALIANO: “HA IL 60% DEL MERITO”

Da Francavilla a Carpi, in serie B, seguendo il suo allenatore Calabro, ma stavolta senza gioie. “Giocò poco e s’intristì. Fu un periodo difficile. Non era felice. C’erano tante proposte dalla C, scegliemmo di andare in prestito a Trapani”.

Lì era appena arrivato un giovane allenatore. Uno che parla poco come M’Bala, ma con la sua stessa voglia di arrivare. Si chiama Vincenzo Italiano e il primo giorno scrisse in spogliatoio: “Nessun limite, solo orizzonti”.

Dieci mesi dopo, Nzola segnava il gol promozione contro il Piacenza. Il coronamento di un’annata trionfale. “Italiano ha il 60% del merito della carriera di M’Bala. Ha lavorato tanto sulla sua testa, toccando i tasti giusti. E se il 30% lo do a Calabro, il restante credo sia giusto darlo a Baldini, che arrivò a Trapani nell’estate successiva. Fu esonerato dopo poche giornate, ma fu decisivo nel convincere M’Bala a giocare da esterno d’attacco. Se oggi riesce a essere efficace lì, è anche merito suo. E di quel gol segnato a Spezia. Contro Italiano”.

 

LA CHIAMATA DI ANGELOZZI: “ABBIAMO BISOGNO DI LUI”

Fine settembre 2019. Il Trapani va a Spezia. È uno scontro salvezza, secondo la classifica. Nzola, riscattato dai granata, gioca una partita mostruosa: segna un gol e crea tantissimo. Contro il suo ex allenatore, che viene contestato dai tifosi e difeso dal direttore generale Guido Angelozzi. Ma quel giorno, oltre a calmare una curva inferocita, Angelozzi fa un’altra chiamata: “Didier, avevi ragione tu. Nzola è fortissimo, abbiamo bisogno di lui”. Già in estate il direttore aveva rimesso gli occhi addosso all’attaccante franco angolano. “Era a Trapani il giorno della promozione. Mi disse di essere venuto a vedere un giocatore. Dopo Francavilla glielo avevo già proposto. Vedendolo meglio, si era convinto. Se oggi Nzola è a Spezia, grande merito va ad Angelozzi”.

 

IL 2020 DI NZOLA, TRA SERIE A E GLI ALLENAMENTI CON ANELKA

A gennaio ecco il trasferimento in Liguria. Ritrova Italiano e il sorriso perduto. Segna subito a Crotone, poi anche a Perugia, vendicando quel rifiuto dell’estate 2016. Balla con Gyasi, si carica con la musica rap, in città lo chiamano Gianfranco per assonanze nel cognome con “magic box” e intanto timbra a ogni partita: 4 reti in 20 giorni, prima del lockdown.

Durante la pausa ascolta tanta musica studia anche da pianista. “Ma non è forte come davanti alla porta. Gliel’ho già detto”, ride Didier. Nei playoff arriva la promozione. Nzola è in serie A, ma deve attendere, perché il cartellino è del Trapani e lo Spezia non lo riscatta subito: “C’erano molte voci sulla situazione dei siciliani. M’Bala ha aspettato. Con la nostra agenzia gli abbiamo organizzato una serie di allenamenti specifici in Belgio con Nicolas Anelka, che era assistito da Doug quando giocava. Quei pochi giorni con lui lo hanno fatto crescere in un modo incredibile. Gli ha dato due consigli: il punto in cui colpire la palla in diverse situazioni e come restare freddo sotto porta. Direi che lo ha ascoltato bene”.

 

BENEVENTO, ARRIVO E PARTENZA: “DEVE ARRIVARE IN UN TOP CLUB”

Una doppietta in cinque minuti. Senza usare il sinistro: piattone destro e rabbioso stacco di testa. Repertorio affinato negli anni, orgoglio per Didier. “Ha lavorato molto. Viene da una famiglia umile, come Lukaku. E ha il fisico per arrivare ad alti livelli. Quella fisicità ce l’hanno in pochi, per questo sono convinto che il suo futuro sia in una grande squadra. È un ragazzo molto esigente con se stesso. Era frustrato per non avere ancora segnato in campionato. Ma in ogni partita, ha sempre fatto un grande lavoro. Anche contro la Juventus era stato uno dei migliori”.

Per sbloccarsi ci ha messo meno di 4 partite. Troppe per un incontentabile come M’Bala, che non si dava pace per avere sbagliato un gol nel finale contro la Fiorentina. E a proposito, qualche anno fa, Nzola avrebbe potuto essere viola. Ma non lo diventò. E il perché, racconta molto di lui: Fu avvicinato da un agente che gli propose un contratto con la Fiorentina se fosse entrato nella sua scuderia. Cose che succedono nel calcio. M’Bala era a Francavilla, ma rispose che non avrebbe fatto niente senza di me. Sapeva il percorso che avevamo fatto insieme. È un ragazzo di valori autentici, uno vero”.

Due gol per Doug e Didier Pingisi, che hanno creduto in lui durante un percorso lungo e spesso in salita. Un viaggio partito da Troyes, senza ritorno. “Presto potrebbe arrivare una convocazione nella nazionale angolana. Stiamo sistemando alcune situazioni burocratiche”. Italiano ha ragione: non esistono più limiti. Solo orizzonti.

 

Claudio Giambene

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Claudio Giambene

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