Da oggi la Roma ha un nuovo direttore dell’area tecnica: si tratta di Florent Ghisolfi, 39 anni, francese. La scelta – divenuta adesso ufficiale – della proprietà giallorossa è ricaduta proprio su di lui, anche grazie al grande lavoro svolto ultimamente al Nizza.
In poco tempo Ghisolfi è riuscito a scalare i piani da dirigente, cominciando nel 2019 come direttore sportivo del Lens per arrivare alla Roma in cinque anni. Come ultimo incarico prima di arrivare in giallorosso ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo del Nizza. Chi ha lavorato con lui ricorda la sua grande etica di lavoro, il suo grande impegno e dedizione. Ma conosciamolo meglio.
Al Lens (in carica dal luglo 2019 fino a ottobre 2022) è stato al centro delle decisioni più importanti sul piano sportivo, a cominciare dalla scelta dell’allenatore. Otto mesi dopo il suo arrivo al Lens (2019/20) ha puntato su Franck Haise a stagione in corso, poi chiusa con il secondo posto (campionato sospeso per Covid) sinonimo di promozione in Ligue 1. Risultato raggiunto costruendo una rosa con giocatori sconosciuti (Gradit, Sotoca, etc) ma rivelatisi di grande qualità, e ancora oggi colonne della rosa del Lens che ha giocato la Champions League in questa stagione.
Argomento importante: per Ghisolfi lo scouting ha sempre avuto grandissima importanza, sia in Ligue 2 o Ligue 1. Al Lens ha creato lo scouting department dalla A alla Z con profili di professionisti moderni, dinamici, giovani e umani. Con un budget modesto è riuscito (con i suoi uomini, i dirigenti, lo staff tecnico, i giocatori) a portare il Lens da neopromossa in Ligue 1, al secondo posto del massimo campionato francese in appena tre stagioni.
Ogni anno la squadra è stata migliorata con acquisti mirati sia sul piano dei valori umani che sul piano sportivo. Ha pescato tanto dalle seconde divisiono europee con Jonathan Clauss (Bielefeld, 2.Bundesliga), Loïc Badé (Le Havre, Ligue 2), Deiver Machado (Tolosa, Ligue 2), Christopher Wooh (Nancy, Ligue 2) e da squadre di bassa/media classifica come per Kevin Danso (Augsburg, Bundesliga) o Przemyslaw Frankowski (Chicago Fire, MLS) e Angelo Fulgini (Magonza, Bundesliga).
Tante le plusvalenze nel corso degli anni: Badé, Wooh e Clauss presi a fine contratto e rivenduti per circa 20 milioni il primo e circa 10 a testa gli altri due. E poi Loïs Openda, preso dal Bruges per 10 milioni e venduto dalla società un anno dopo a circa 50 milioni al Lipsia, bonus inclusi, quando Ghisolfi era già andato al Nizza. Il confronto con l’allenatore per le questioni e decisioni di mercato è sempre stato importante per Ghisolfi: il giocatore deve soprattuto essere funzionale alle idee di gioco dell’allenatore, questo il punto di partenza.
Quando ha scelto Franck Haise come allenatore, promosso dalla seconda squadra del Lens dopo averlo studiato per tanti mesi, Ghisolfi ha preso in considerazioni tanti criteri: i valori umani (tema cruciale per lui), il progetto di gioco e la proposta calcistica. E da questi presupposti ha poi scelto i giocatori. Chi non soddisfava almeno uno di questi criteri è stato “scartato”. Ha sempre puntato a creare una squadra competitiva ma anche un gruppo di uomini che dovevano vivere insieme per mesi. E non è per caso che il Lens si è guadagnato le simpatie di tanti osservatori e i tifosi per atteggiamento in campo, al di là dei risultati sportivi ottenuti.
Grazie a questo prezioso lavoro l’interesse del Nizza si è manifestato molto presto e a ottobre 2022 Ghisolfi è arrivato in Costa Azzurra. Qui il suo compito si è ampliato magiormente: ancora una volta ha scelto, dopo pochi mesi e a stagione in corso, un nuovo allenatore, l’italiano Francesco Farioli (da giugno 2023). Ancora una volta, un allenatore “sconosciuto” ma con idee precise sullo sviluppo del gioco, sulla metodologia di lavoro e sul riuscire a far crescere giovani calciatori senza dimenticare l’ambizione di un progetto seppur ridimensionato (passato da essere in grado di giocarsela con il Paris Saint-Germain a un progetto più umile e con un budget ridotto dal 30%).
Con Farioli, c’è stato subito feeling e i due hanno avuto un ottimo rapporto, cosi come con Franck Haise. A Lens, tutti lo ricordano come un ds molto competente, “uno dei migliori, se non il migliore in Francia” come ribadito da un membro dello staff del Lens più volte.
Ghisolfi ha anche una visione a 360 gradi di cosa deve essere un club di calcio. Al Lens e al Nizza ha lavorato per la strutturazione dell’area sportiva, ma anche dello staff tecnico e sanitario, portando poi con sé il responsabile della Performance dal Lens al Nizza con un altro collaboratore. Una visione moderna che sembra essere allineata a quella di Daniele De Rossi. Peraltro, ai tempi del Lens, si è ispirato a diversi club (tra cui l’Atalanta) e al loro modello economico-sportivo.
Ha lasciato il Lens prima di riuscire a ritoccare il settore giovanile: un suo progetto per migliorare la qualità dei giocatori formati dall’academy. A Roma troverà un settore giovanile molto considerato per la qualità dei giovani calciatori che ha lanciato negli anni. Al Lens e al Nizza, due realtà ben differenti dalla Roma, voleva un rosa corta proprio per lasciare spazio ai giovani. Una filosofia che potrebbe essere integrata al nuovo progetto con o senza Champions dei giallorossi. La nuova sfida di Ghisolfi è appena iniziata.
A cura di Johann Crochet, giornalista francese di RMC Sport e fondatore Calcioepepe.shop
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