Fresco di prima convocazione in Nazionale francese, Lucas Chevalier è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. L’estremo difensore del Lilla viene da anni considerato come miglior classe 2001 al mondo nel suo ruolo a tal punto che in patria viene visto come il vero erede dei grandi Joël Bats, Bernard Lama, Fabien Barthez, Hugo Lloris e Mike Maignan.
Protagonista di un grande avvio di stagione oggi è finito sul taccuino dei più grandi club mondiali insieme ai compagni Jonathan David e Edon Zhegrova. Da Hazard a Maignan passando per Botman, Mirallas e Cabaye, il club del nord della Francia vanta un numero invidiabile di giocatori che hanno fatto grandi carriere altrove dopo aver mosso i loro primi passi nel capoluogo del Nord-Pas-de-Calais.
Erede di Maignan al Lilla, Chevalier è sempre stato un portiere del quale si diceva un gran bene. Sponsorizzato dall’amico rossonero che è stato il suo garante sin dal primo giorno, oggi Chevalier fa parte dei portieri più in forma e promettenti del panorama calcistico mondiale.
Nonostante l’interesse del Barcellona e del PSG, Chevalier si sta godendo il momento d’oro pur mantenendo sempre i piedi piantati per terra.
“Diciamo che ho fatto questo ‘step’ perché gioco in Champions League. E più ci sono telecamere più l’impatto mediatico è grande perché la gente mi vede di più. Ma io avevo già fatto vedere tutto in Ligue 1 e in Conference League l’anno scorso“.
“Poi certo, quando giochi la Champions League tutto cambia. Fai il salto di qualità e automaticamente cambia la percezione della gente. Real Madrid, Atletico o Juventus: io ho dimostrato di poter fare la differenza contro squadre di questo livello e sono ben felice di continuare“.
Nonostante la giovanissima età, Chevalier gioca in grandi stadi europei come il Wanda Metropolitano con la stessa naturalezza, calma e padronanza come a Metz o Angers in Ligue 1. “Non ho paura, anzi è quello che tutti noi ricerchiamo. Vorrei giocare ogni tre giorni davanti a 50, 70, 80 mila tifosi. Poi se fai bene davanti ad un pubblico del genere, ancora meglio! Non è il numero dei tifosi a rendermi ‘malato’ o a mettermi pressione. Sono consapevole che se mai andrò in un grandissimo club questo sarà all’ordine del giorno“.
Dopo aver battuto Real e Atletico alcuni alcuni tifosi allo stadio sembravano delusi dopo l’1-1 contro la Juve. Questo spiega la strada che ha fatto il Lille.
“È normale che, battendo il Real e l’Atletico Madrid, sia noi che i tifosi ci aspettavamo di continuare su questa striscia. Ma fare risultato contro la Juve, pareggiando 1-1, è molto buono. Capisco la delusione perché eravamo avanti di un gol ma bisogna tornare con i piedi per terra ed essere coscienti che la Juve è comunque una grande squadra a livello europeo“.
La paratona sul tiro a botta sicura di Dusan Vlahovic fa parte delle più belle in carriera? Chevalier ha le idee chiare. “Forse sì, nella top 5. Ho visto la palla solo all’ultimo momento, non mi aspettavo che tirasse perché ha fatto tutto così velocemente. Questo tipo di parate sono la mia specialità e sono contento“.
Sette punti dopo quattro giornate in cui i lillois hanno battuto i due squadroni di Madrid, pareggiato contro la Juve e perso solo una volta contro lo Sporting Lisbona dell’ormai ex Ruben Amorim. Insomma, un ottimo bottino.
Ma l’obiettivo del Lilla è il G8 o più realisticamente quello di finire tra le migliori 24 per accedere ai playoffs? Anche perché i prossimi appuntamenti contro Bologna, Sturm Graz, Liverpool e Feyenoord non sono di certo tutti proibitivi…
“Vedremo, ma io penso che per il momento il Lilla punti ai playoffs. Abbiamo sette punti e mancano quattro partite, il nostro ‘target’ è quello di finire tra le migliori 24. Non so quanti punti ci vorranno ma penso che la top 8 sia riservata all’élite. Poi magari saremo la sorpresa, ma per il momento puntiamo ai playoffs…”
Dopo la prima convocazione in Nazionale per gli impegni contro Israele e Italia in Nations League, l’obiettivo a lungo termine è quello di scavalcare l’amico ed ex compagno ai tempi del Lilla Mike Maignan e diventare il numero uno della Francia? “No, oggi gioco nel LOSC e non cerco di bruciare le tappe“, ci ha raccontato Chevalier.
“Tutto al suo tempo. Ma per un portiere è meglio fare tutto passo dopo passo. Sono giovane, ho appena compiuto 23 anni e l’obiettivo oggi è quello di integrarmi in pianta stabile con Les Bleus. È indispensabile fare esperienza prima e imparare quello che c’è da imparare…“.
Poi la domanda immancabile sul nostro campionato di Serie A, che Chevalier apprezza tanto… “Ogni tanto segue le grandi partite. Se mi vedo in Italia un giorno? È una domanda a cui è difficile rispondere e a oggi non posso dare risposte precise. Ma il vostro campionato fa sicuramente parte dei cinque migliori tornei europei così come anche la Francia ha i suoi punti forti”, ha continuato il portiere, facendo riferimento agli ottimi risultati delle squadre francesi nelle competizioni europee quest’anno.
Poi, la conclusione con la risposta sul proprio futuro, magari nel nostro campionato. “Io in Italia? Mai dire mai…“
Intervista a cura di Alessandro Schiavone
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