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“Il più grande talento mai visto”: chi è Charlie Patino, il 2003 al primo gol con l’Arsenal

Il più grande talento che abbia mai visto“: sono le parole di Brian Stapleton, uno scout che visionò Charlie Patino ai tempi del Luton Town, poco prima del suo passaggio all’Arsenal

 

 

Dove i paragoni si sarebbero sprecati – su tutti quello con Wilshere, altro prodotto di Hale End, settore giovanile dell’Arsenal -, per questo centrocampista del 2003 che ieri sera, il EFL Cup contro il Sunderland, ha fatto il suo esordio in prima squadra. Segnando anche il gol del definitivo 5-1, al 91′. 

 

 

Il gol e l’idolo Iniesta

“Patino” è un cognome che di inglese ha molto poco, e infatti il padre di Charlie è spagnolo. E ha trasmesso al figlio la passione per i calcio: “E tra i miei giocatori preferiti c’è Iniesta“, non uno qualunque insomma. Charlie aveva già fatto strabuzzare gli occhi ai tifosi dei Gunners grazie al video di una sua partita con l’U23 in cui aveva fatto ammattire Phil Jones, difensore del Manchester United “prestato” alla squadra juniores. Ieri il primo gol fra i professionisti, arrivato grazie a un inserimento che denota grande sapienza calcistica. 

“Intelligenza calcistica sopra la media”

D’altronde, come sostiene sempre Stapleton, “ha un’intelligenza e una capacità di leggere gli spazi che non avevo mai visto in nessun altro“. Grazie a lui, e ad altri talenti come Martinelli, Saka, Smith-Rowe, Nketiah (autore ieri di una tripletta), l’Arsenal di Arteta sta ricominciando a entusiasmare i suoi tifosi. Il quarto posto in classifica e un calcio sempre propositivo e palleggiato stanno infatti riavvicinando i Gunners a traguardi ambìti dai tempi di Wenger. Un entusiasmo contagioso e un allenatore che ha coraggio nel far giocare i giovani: ingredienti che non possono che far decollare la carriera di Charlie Patino

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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