Lacrime, angoscia, disperazione. Nient’altro, solo un triste vuoto dentro, legato a doppio filo alla tragedia che ha colpito la Chapecoense. Un colpo al cuore dell’intero calcio mondiale, una lacrima piena di dolore che scorre senza trovare ostacoli. E pensare che su quell’aereo la squadra brasiliana non ci sarebbe nemmeno dovuta salire.
Uno scherzo del destino? Non proprio, dal momento che, come riporta la pagina Facebook Romanzo Sudamericano, è stata una decisione dell’aviazione civile nazionale a far cambiare i piani alla delegazione della Chapecoense, negando l’autorizzazione a volare con un aereo privato. Un divieto che ha obbligato la società ad acquistare i biglietti del volo maledetto, quello che poi si è schiantato sulle montagne colombiane. Come se tutto questo non bastasse, ci sono altre angoscianti rivelazioni che riguardano il velivolo precipitato nei pressi di Medellin poche ore fa.
Su quel BAE-146 della compagnia charter boliviana Lamia su cui viaggiava la Chapecoense, come riporta Marca, pochi giorni fa ci era salito anche Leo Messi insieme all’intera delegazione argentina, per raggiungere la città di Belo Horizonte per affrontare il Brasile nelle Qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018. Dettagli terribili, retroscena clamorosi. Adesso però è il momento di stringerci intorno al Brasile, quella lacrima non smette di incedere, tuttavia un pensiero si fa sempre più strada: questa tragedia, forse, si sarebbe potuta evitare.
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