Diluvia. I presupposti per rimandare ci sarebbero tutti. L’educazione e la semplicità di Simone Bastoni si manifestano da subito. “Hai aspettato molto? Scusami, ma con quest’acqua ho perso l’orientamento”. Come dargli torto: Cesena la conosce appena. Villa Silvia, la sede del campo di allenamento – appena terminato tra l’altro – è collocato sui colli fuori città.
Avrà tempo di imparare. Di scoprire e abituarsi. Non ci sono dubbi: “Sono convintissimo della scelta che ho fatto. L’ho capito dalla fiducia che ha dimostrato la società nel volermi qui. E poi questo stadio, questa tifoseria… Non mi pongo limiti od obiettivi, penso solo al presente, ma se succede…”. L’entusiasmo e la positività di chi sembra già immedesimato nel contesto. “Ogni giorno mi ripeto: prima Cesena poi l’orizzonte si allungherà ”. Orizzonti, quelli di Simone Bastoni, nei quali perdersi e lasciarsi trasportare.
Le Cinque Terre, La Spezia , il mare e le rocce si incontrano e si abbracciano come in un dipinto. Dai calanchi a strapiombo nel Golfo dei Poeti si tuffano i sogni di un giovane Simone. “Allo Spezia e a La Spezia ho dato tutto me stesso”. Un sospiro intenso. Un’occhiata nostalgica verso l’alto; gli occhi raccontano più delle parole. Ricordi vivi. “Crescere nel settore giovanile della propria città arrivando fino in prima in squadra è un orgoglio tanto enorme quanto difficile da spiegare”. La Spezia non è l’incipit della bellissima storia che Simone Bastoni sta scrivendo col pallone; è un romanzo a sé. “ Nell’anno della promozione in Serie A ho giocato pochissimo. Qualche partita a inizio campionato, poi niente. Facevo parte del gruppo…”. Un gesto d’intesa eloquente.
“In quella estate mi sono arrivate diverse proposte dalla Serie C, ma non volevo scendere di categoria” . Il destino, però, ha un suo disegno. “Decisi di rimanere altri sei mesi allo Spezia” . Un disegno da colorare: “Passano cinque partite e per Italiano divento titolare. Mi sono sempre fatto trovare pronto”. Il mantra dell’insistenza: “ Non mi sono mai precluso nulla. Ci ho provato fino allo sfinimento e alla fine è andata”. Solo così può accadere anche l’imponderabile. Stupore ancora visibile: “Andammo a giocare allo Juventus Stadium e a fine partita decisi di chiedere la maglia a Dybala. Accettò. E lui chiese la mia. La tolsi in mezzo secondo, gliela diedi: incredibile! (ride ndr.)”. Si è tuffato: all’orizzonte lo sconfinato mare della realtà.
Una realtà colma di sfide quella di quel Bastoni che scambia la casacca con uno dei suoi idoli. “Le occasioni si costruiscono, non vengono da sole. La mia è stata la Serie A”. Costruire. “A diciotto anni ho lasciato casa per affrontare la prima stagione in Lega Pro a Siena. In quella categoria ho capito cosa volesse dire giocare con professionisti: vanno in campo per portare a casa uno stipendio e sfamare le famiglie. Mi ha insegnato a non avere paura di nulla. Tutti dovrebbero fare quell’esperienza. Se arrivi diretto in A…beh…bravo te, ma due legnate in più aiutano”. Gioia gioia dopo, delusione dopo delusione. Un tassello alla volta. Un mosaico fatto di momenti. Di attimi e periodi lunghi. “Inseguo questo pallone fin da piccolissimo. Andavo a giocare con mio fratello ei suoi amici di cinque anni più grandi tutti i giorni e non ho mai smesso”. Nel ritmo della voce l’emozione di chi non ha nulla da recriminare. L’emozione di quel bimbo di tre anni che sfida il fratello maggiore. “Quella notte non la dimenticherò mai. Fino alle 5:00 del mattino su quel pullman scoperto lungo i vicoli della città. La folla che gridava, cantava, applaudiva: tornavamo in Serie A”. Sensazioni e sentimenti a legare l’insieme. “C’erano tutte le persone che più mi sono state vicine nei momenti difficili come la mia famiglia: vederli così felici è stato magnifico”.
“Sono sempre stato un tifoso dello Spezia. Da piccoli ci portavano a fare i raccattapalle a bordo campo. Ma soprattutto andavo in curva al ‘Picco’ con i miei genitori che mi hanno trasmesso la passione per quei colori”. Le immagini del mosaico prendono forma. Frammenti di vita. “Lo Spezia non è stata solo calcio. Prendi Vignali ( Luca Vignali ndr.) o Maggiore (Giulio ndr.). Con ‘Vigno’ ho giocato quattordici anni. Quando scendevamo in campo assieme avevamo un’intesa e una connessione unica. Sono aspetti che rimangono: in campo e soprattutto fuori”. Empatia. “Abbiamo avuto anche momenti di tensione. Ma è un discorso generale. A Cesena non conoscevo nessuno. Eppure , mi hanno accolto come se fossi sempre stato qui. Ho trovato un gruppo fantastico che mi ha trasmesso il suo entusiasmo in un attimo”. Esperienza e consapevolezza si accumulano ( in )segnano: “Giocare nella squadra della propria città è bellissimo, ma può diventare pesante. Il carico emotivo è raddoppiato. Hai la costante sensazione di dover dimostrare sempre qualcosa in più”. Coerente con sé stesso. Rispettoso e riconoscente al suo passato. Senza rimpianti: “Ma va bene così. Ho bagnato quella maglia con tutto il sudore che avevo a disposizione e non ho alcun dubbio”.
Sullo sfondo la prospettiva ripercorre il viaggio. Il mantice infrangibile quando qualche tassello non si innesta a dovere. Una crepa e il risultato può compromettersi. “L’ultimo anno e mezzo ho giocato pochissimo ea livello personale è stato complicato. Ma sai, ho sempre pensato che se arrivi a un certo punto devi giocarti le tue carte. Hai un obiettivo? Provaci. Non va? Pazienza, farai altro. Poteva andarmi maschio? Certo, è successo. È in quei momenti che devi insistere . Cadi e ti rialzi”. Finché non trovi il mattoncino capace di connettere gli altri. “Il gol con l’Empoli contro il Sassuolo? Forse il più importante della mia carriera ”. Celebrato dalla spontaneità. Lacrime di liberazione come collante dell’opera.
Nuovi orizzonti: “Ripartire dalla Serie B non sarà mai un passo indietro”. La maturità necessaria per (ri) apprezzare il bello della vita e prenderla per mano. “A novembre nascerà la mia bambina”. Ancora il destino a suggerire la ripartenza: la rete più intensa, più sincera. Orizzonti: “ L’esultanza dopo il gol contro il Modena era per lei e la mia compagna. Figura fondamentale nella mia vita”. Per la quale è doveroso anche un ‘no’ alla Champions League. “Volevo andare a vedere Bologna-Monaco al Dall’Ara, però, quei giorni potrebbero essere decisivi. Vabbè, prenderò il Borussia Dortmund a gennaio e ci porterò anche lei”. Continua a diluviare, ma l’orizzonte a Cesena non è mai stato così limpido: disegna Simone Bastoni.
Simone Muratore dice addio al calcio giocato ma torna alla Juventus: il comunicato del club…
Annunciata ufficialmente l'acquisizione dell'Everton da parte di Roundhouse Capital Holdings Limited, parte del gruppo Friedkin. …
Dopo mesi di stop, Federico Chiesa è tornato in campo. L'attaccante è subentrato nell'intervallo della…
Le scuse di Wilfried Singo a Gianluigi Donnarumma dopo lo scontro di gioco che ha…
La polizia lo insegue per la città e gli ritira la patente: cos'è successo al…
Jay Idzes è già ricercato da diversi club europei ma il suo focus ora è…