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Continuità, sostenibilità, giovani e ambizione. La ricetta di Fusco per il Cesena: “Shpendi? Nessuna necessità di vendere”

Da sinistra: il dg del Cesena Corrado Di Taranto, il ds Filippo Fusco, Massimo Agostini
Da sinistra: il dg del Cesena Corrado Di Taranto, il ds Filippo Fusco, Nicholas Aiello, Massimo Agostini

La conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore sportivo bianconero

È stata una stagione fuori da ogni aspettativa quella che ha visto il ritorno in Serie B del Cesena F.C. Un campionato partito con l’unico obiettivo di mantenere la categoria che si è rivelato, forse, il valore motivazionale aggiunto per chiudere l’annata con un imprevedibile ottavo posto e una qualificazione ai playoff che ha alimentato ancor di più la già accesa euforia della tifoseria bianconera.

Risultati frutto dell’umiltà. Impressa al gruppo squadra dall’allenatore Michele Mignani, primo grande artefice di questo percorso. Riconfermato dalla società, ha convinto anche l’ambiente che ha imparato a conoscerlo e ad apprezzarne la pacatezza e le capacità. A cambiare è stato, invece, il direttore sportivo della società romagnola: dopo due anni, Fabio Artico ha lasciato gli uffici di Via Spadolini. Al suo posto è arrivato Filippo Fusco. Direttore di lungo corso con tre gloriose esperienze in Serie B: Napoli, Bologna e Hellas Verona. Tutte concluse con la promozione in Serie A. Alle quali si sono aggiunti: un anno a Foggia; una Serie C alla Spal; il ruolo di responsabile dell’area tecnica della Juventus Under 23 e l’incarico all’estero come direttore sportivo del San Fernando Club Deportivo della Primera Federacion spagnola. “Dove ho avuto la fortuna di vedere esordire nelle rispettive prime squadre Gavi, Pedri e Nico Paz” – ha ricordato sorridente durante la conferenza stampa di presentazione all’Orogel Stadium Dino Manuzzi.

“Le sempre dimostrate professionalità e lealtà”. Sono queste le due “principali ed essenziali” qualità che hanno spinto il direttore generale del Cesena Corrado Di Taranto a scegliere Filippo Fusco come nuovo direttore dell’area tecnica del club. I due hanno già lavorato assieme nella “Sfortunata, ma altrettanto formativa” – ha dichiarato Fusco – annata 2023/2024 a Ferrara. “Ringrazio la società del Cesena per aver deciso di puntare su di me in un anno che si rivelerà molto importante”.

Appena arrivato in città ha avuto solo il tempo di visitare il centro sportivo del settore giovanile e di telefonare all’allenatore Mignani.  Eppure le idee del neo direttore bianconero sembrano chiare. Mignani ha dimostrato di gran lunga di essere un allenatore degno di questa categoria. Non ho l’abitudine a smantellare quello che trovo quando mi insedio in una nuova realtà. Credo la continuità di progetto sia un valore aggiunto. L’errore che spesso facciamo noi ds è cancellare e il lavoro fatto da chi ci ha preceduto. Sbagliato. Rischiamo di incrinare equilibri e certezze consolidate”.

Fusco e un Cesena “in equilibrio”

Equilibrio, sostenibilità, valorizzazione dei giovani e “nessun freno all’ambizione”. È questa la ricetta che Filippo Fusco porterà sulla scrivania degli uffici dirigenziali cesenati e sul campo del Dino Manuzzi. “Il direttore tecnico deve riuscire a realizzare e coordinare le esigenze di tutti”. Un tres d’union fra Cda e allenatore: “Il mio compito sarà supportare il lavoro dell’allenatore percependo e cerando di soddisfare le sue esigenze. Ma senza trascurare le necessità e gli obiettivi posti dalla società”. Con un mantra imprescindibile: Non si lavora mai da soli. Il sistema perché funzioni e rimanga in equilibrio va pensato proprio come una squadra. Il ruolo del dt o ds e dell’allenatore sono chiari: i giocatori li sceglie la società considerando aspetti economici, gestionali e obiettivi. Sta a me capire e soddisfare i desiderata dell’allenatore, ma in armonia con tutto l’apparato”.

Una telefonata non è sufficiente. Per stilare una programmazione, Fusco, vuole il contatto diretto. “Ho già un incontro fissato con Mignani. Solo faccia a faccia e con carta e penna ci si capisce veramente”. Qualche spunto, tuttavia, sembra averlo colto fin da subito. “Ad oggi il Cesena non ha bisogno né di vendere, né di svendere. Sarà mio impegno – ha promesso – cercare di mantenere il forte legame che esiste tra squadra e città. Cesena ha una tradizione territoriale fortissima: rara nella sua portata”. Il riferimento ai ragazzi del settore giovanile divenuti pilastri del gruppo è invitabile. In particolare: Shpendi? Ad oggi non ci sono giocatori sul mercato. Vale per Shpendi come per Berti, Francesconi e tutti gli altri. Se dovessero maturare proposte adeguate alle richieste della società, favorevoli e gradite al calciatore valuteremo, ma per il momento Cesena è una squadra equilibrata”. 

Cesena Filippo Fusco
Il direttore dell’area tecnica del Cesena Filippo Fusco

Pochi prestiti e giocatori “motivati”. Così Fusco costruirà il suo Cesena 

Sulla possibile strategia da usare sul mercato ha detto: “Cesena è una piazza che merita giocatori in grado di fare percorsi pluriennali”. Fuori dagli schemi. “I prestiti? Non mi piacciono. Possono servire come alternativa o palliativo. Ma mai come modus operandi. Men che meno in realtà come questa”. Nel dettaglio: “La bravura di un Ds sta nel trovare calciatori che siano congeniali alle risorse finanziarie, al tipo di gioco dell’allenatore, ma anche alla piazza. All’ambiente. Per percepire le motivazioni di un calciatore posso anche offrire più soldi. Se rifiuta la prima proposta di 50 e accetta quella di 55 è evidente che viene da me solo per guadagnare di più. Ecco, a queste condizioni io il giocatore non lo prendo”.

Da qui quella che sarà la sua “missione” bianconera: “Io dovrò trasmettere a chi verrà qui l’attaccamento alla maglia. La riconoscenza alla società e soprattutto alla città. Ai tifosi. A questo stadio da 15mila spettatori ogni sabato pomeriggio”. Infine, un segreto. Forse quello che l’ha portato a ottenere tre promozioni in Serie A, a lavorare con big del calibro di Napoli e Juve. A diventare punto di riferimento per molti ragazzi, oggi colleghi di spessore, grazie alla sua professione di docente nei corsi per direttori sportivi, osservatori calcistici e allenatori organizzati dal Settore Tecnico della Federazione Italiana Giuoco Calcio. “Il mio sogno è sempre fare calcio in maniera sana e reale. Tangibile. In contesti in cui regnano entusiasmo ed emozione. Il calcio va fatto dove è bello farlo. Solo così riesco a trasmettere a giocatori e staff la mia passione per questo sport”. E, forse, Cesena è “l’esatta rappresentazione”. Pertanto: “Promozione? L’ho detto: non freniamo l’ambizione. Ma siamo realisti”.