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Nella Centrale Var di Lissone: fra cavi e bottoni, si scrive il futuro della Serie A

Due piani, 2400 metri quadrati, 8 sale VAR già funzionanti, altre 4 pronte all’uso; ma anche 16 cabine di commento, postazioni di editing e sale per la lavorazione e la produzione di contenuti trasmessi a televisioni, e non solo: è l’identikit della Centrale Var unica e dell’IBC (International Broadcast Centre) di Lissone, in Brianza. 

Qui siamo in una boutique“, dichiara con orgoglio Lorenzo Dallari, direttore editoriale della Lega Serie A e responsabile del progetto che in pochissimo tempo ha portato alla realizzazione di un centro all’avanguardia tecnologica. “Quella della Lega è stata una scelta epocale, che consente al nostro centro di diventare il cuore pulsante, il “foro romano” del calcio italiano“, ci dice. 

La centrale Var

Il primo piano dell’edificio (in cui l’estetica gioca la sua parte), conta una sala conferenze in cui si sono già svolte un’assemblea di Lega e una delle Leghe europee, ma è perlopiù riservato al VAR. Ci sono 12 sale attive, 8 per la Serie A e 4 per la Serie B. “Le EI Towers, che ci ospitano, sono il crocevia del segnale televisivo italiano: è ciò che ci ha fatto optare per questa sede. Mentre a Coverciano sarebbe stato necessario cablare tutto da zero“, prosegue Dallari. Gli arbitri, qui, hanno tutto il necessario per un’esperienza proficua e … rilassante: “Abbiamo un’area relax a loro disposizione, oltre agli spogliatoi“. 

La sala relax per gli arbitri

Lo stanzone centrale ospita un supervisor che monitora il lavoro delle squadre (ognuna composta da un VAR, un AVAR e due tecnici): nel ruolo si alternano il designatore Rocchi, l’ex arbitro Gervasoni e l’ex assistente Stagnoli. E poi ci sono le 12 “cabine”: “Siamo uno dei primi Centri VAR, sicuramente il primo fra i massimi campionati europei, ad aver destinato a ogni team una cabina chiusa. Secondo noi consente di lavorare nelle condizioni ottimali, senza il brusio dell’open space“, riflette Dallari. In ogni cabina, due pulsanti a disposizione del VAR: il verde per la selezione delle fasi di gioco da revisionare, il rosso per parlare con l’arbitro in campo. “Che è l’unico a decidere: qui lo mettiamo nelle condizioni di prendere una decisione consapevole, accendiamo un faro lì dove va acceso, ma poi la scelta è solo sua“, ci tengono a ripetere.

 

Una delle cabine

 

I due pulsanti, verde e rosso

Gli arbitri arrivano un’ora prima del match, si cambiano, fanno un briefing pre-partita e al termine anche un de-brief. “Un vantaggio della Centrale unica è la possibilità per gli arbitri di confrontarsi, anche all’intervallo, negli spazi comuni: un’osmosi che migliora il lavoro“, prosegue Dallari. Trasparenza è la parola chiave per capire ciò che si fa a Lissone: non solo perché ogni cabina è separata dall’area di supervisione da vetri trasparenti, ma anche per la politica adottata verso l’esterno. “A breve organizzeremo un incontro con i telecronisti dei principali broadcaster italiani, per formarli sul funzionamento del VAR: non è mai stato fatto prima, e speriamo possa aiutare a rendere la comunicazione nei confronti del tifoso più chiara ed esatta. Organizziamo anche corsi di formazione per i social media manager dei club, e ci auguriamo che le stesse società vengano in visita per osservare il lavoro che facciamo“. 

La sala conferenze

L’IBC

Ma il lavoro a Lissone non si ferma affatto qui. Tutto il secondo piano dell’edificio è dedicato alla diffusione dei contenuti televisivi e alla realizzazione di prodotti esclusivi, come quelli social. Ci sono postazioni di commento, sale per la produzione di highlights per i mercati italiano, arabo e angloamericano. Qui lavorano moltissimi giovani che hanno contribuito, sotto la guida di Dallari, a un risultato straordinario: “Da agosto a oggi il numero di iscrizioni al nostro canale YouTube è aumentato di 800000 unità; oggi siamo terzi al mondo fra le leghe sportive, dietro alle sole NBA ed NFL“, ha rivelato Dallari a novembre 2021. A breve, attraverso i social la Serie A arriverà anche in Vietnam; da poco ha aperto un canale Twitch. I contenuti video arrivano qui “in purezza”; poi si applicano le grafiche, e dopo la virtualizzazione il prodotto finito è trasmesso alle reti (anche grazie a 250 km di cavi). In una di queste stanze si è lavorato per uniformare le grafiche a disposizione delle televisioni, e si sta predisponendo una colorazione standard per tutti gli stadi: obiettivo la creazione di un brand riconoscibile, sul modello-Champions.

Sguardo al futuro

Tutto, al Centro-VAR/IBC di Lissone, “profuma” di innovazione: dai distributori automatici dotati di schermi su cui scorrono i gol dei più recenti match di Serie A, al sistema di insonorizzazione della sala conferenze. Qui ci si proietta decisamente verso il futuro: lo dimostra la saletta che un giorno potrebbe accogliere gli arbitri e i VAR qualora l’AIA desse loro il permesso di parlare a margine delle partite. “Il Centro Var di Lissone – conclude Dallari – ha suscitato l’ammirazione di chiunque lo abbia visitato, dal Presidente della Commissione degli arbitri UEFA, Roberto Rosetti, che ne ha parlato come del più bello d’Europa, al presidente della Liga spagnola, Javier Tebas, che ha evidenziato come l’Italia in quest’ambito abbia tracciato la strada da seguire per tutti gli altri.” Insomma, a Lissone è nata una piccola-grande eccellenza italiana: il futuro della Serie A è in ottime mani. 

La saletta da cui potrebbero parlare gli arbitri

 

Si ringraziano sentitamente i componenti dello staff dell’IBC e Lorenzo Dallari per la disponibilità offerta e la gentilezza mostrata

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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