Ceferin: “Gli stadi italiani sono una vergogna”

Il presidente della UEFA non usa mezzi termini sugli stadi italiani: le parole di Ceferin.
Il presidente della UEFA Aleksander Ceferin, intervenuto ai microfoni di SportMediaset, ha affrontato con la consueta schiettezza alcune delle tematiche più rilevanti per il calcio europeo, soffermandosi in particolare sulla questione degli impianti sportivi in Italia.
Ceferin ha tracciato un quadro chiaro e impietoso: rispetto al resto d’Europa, gli stadi italiani risultano obsoleti e inadatti agli standard moderni richiesti per eventi internazionali.
Un monito che arriva direttamente dal vertice del calcio continentale e che riaccende il dibattito sull’urgenza di investimenti strutturali per restituire competitività e attrattività al sistema calcistico italiano.
Di seguito le sue parole.
Le parole di Ceferin sugli stadi italiani
Sulla nuova Champions League: “Sì, siamo decisamente soddisfatti. Il nuovo format ha riscosso un grande successo: chi ama davvero il calcio e lo conosce, ha riconosciuto quanto sia stata straordinaria questa stagione. Credo che anche i critici, col senno di poi, si siano resi conto di aver sbagliato giudizio”.
Ceferin tuona contro le infrastrutture: “Le infrastrutture calcistiche italiane sono una vergogna. L’Italia è tra le nazioni più importanti al mondo per storia e successi nel calcio — ha vinto Mondiali, Europei e Champions League — ma allo stesso tempo, rispetto agli altri grandi paesi, è quella con gli stadi più arretrati. A essere sincero, sono stanco di sentire sempre le stesse discussioni sugli impianti: restano parole, non si passa mai ai fatti. Spero davvero che l’Italia si muova, perché i club hanno bisogno del sostegno delle istituzioni e del governo. Anche i privati devono fare la loro parte e investire. È il momento di agire, perché la situazione degli stadi è davvero inaccettabile“.

Sui troppi impegni: “Da una parte ci sono i club, che puntano alla sostenibilità economica e hanno bisogno di giocare sempre più partite per generare entrate. Dall’altra, però, ci sono i calciatori, sottoposti a un carico eccessivo che aumenta il rischio di infortuni. È una sorta di circolo vizioso, difficile da spezzare”.