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Cech si ritira, Cudicini: “Mi ruberai il posto anche nelle vecchie glorie?”

Una vita da…secondo. Perché in porta alla fine ne gioca solo uno, nonostante i pretendenti siano due o tre. In ogni squadra è sempre stato così: c’è una gerarchia da rispettare. Il numero uno, che spesso e volentieri è protagonista in campionato e Champions, e un numero 12, al quale rimangono le partite delle coppe nazionali. Lo sa bene Carlo Cudicini, che ha seguito le orme di papà Fabio e nipote di nonno Guglielmo. Lo ha fatto alla grande, nonostante qualche infortunio di troppo. Soprattutto in Inghilterra, dove si trasferì nel 1999.

A Londra, sponda Chelsea. Da Vialli a Mourinho. Da Ed de Goey (il primo portiere di allora) a...Petr Cech. Da protagonista – con tanto di premio di miglior portiere della Premier vinto nel 2002 – a portiere di riserva. Già perché, da quando a Londra sono arrivati Mourinho e il portiere ceco, lo spazio per lui si è notevolmente ridotto. 11 partite nel 2004-2005, poi 12, infine 11. Addirittura solo 8 nelle ultime due stagioni con i Blues.

Dall’altra parte un Chelsea capace di vincere in Inghilterra e in Europa. A difenderne la porta quel Cech che, dopo 20 anni di altissima carriera, a fine anno appenderà i guantoni ( e il caschetto) al chiodo. Tutto il mondo del calcio gli ha reso omaggio, compreso lo stesso Cudicini, amico prima che compagno: “Petr, avresti potuto aspettare qualche altro anno prima di ritirarti per permettermi di giocare qualche altra partita con le vecchie glorie del Chelsea! Non vedo l’ora di lottare per la maglia numero 1… di nuovo. Congratulazioni per la tua immensa carriera e buona fortuna per ciò che verrà dopo”.

Questo il pensiero postato sulla propria pagina Twitter da parte dell’ex secondo portiere del Chelsea, che non porta alcun rancore. Lui che comandava su Londra, per poi doversi inchinare a re Petr. Una vita da secondo, una carriera da leader nello spogliatoio. A difendere la porta delle vecchie glorie del Chelsea, ad oggi, ci ha pensato lui. Ma chissà che il suo ex collega non lo possa seguire. E ostacolare alla corsa della maglia numero uno, proprio come 15 anni fa. Perché certe rivalità fanno dei giri immensi ma poi ritornano.

Redazione

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