Chissà, forse questa “dritta” varrà la salvezza. Minuti finali di Genoa-Inter, Candreva è sul dischetto contro Lamanna per pareggiare i conti. Danilo Cataldi, ex compagno del nerazzurro alla Lazio, indica al suo portiere dove calcerà il rigore. Il finale è noto e l’ex centrocampista della Lazio lo ha rivissuto in un’intervista al Secolo XIX: “Non pensavo che Eugenio mi avesse visto, invece si è proprio buttato da quella parte. Pensa se gli avessi suggerito sbagliato… E invece. Meno male! Conosco bene Candreva, essendoci allenati due anni insieme alla Lazio e spesso calcia da quella parte. Quando ho avuto la certezza che stesse tirando lui mi sono sbracciato più che potevo; Lamanna non si è mosso e non ha fatto alcun cenno, però mi ha visto, me l’ha detto quando mi ha ringraziato negli spogliatoi. Si è fidato, per fortuna è andata bene. Candreva? Non si è fatto ancora sentire…”
Ora la salvezza è più vicina: “Abbiamo imparato la lezione presa col Chievo, mai sottovalutare un avversario che in teoria ha meno motivazioni. A Palermo non faremo lo stesso errore, vogliamo chiudere il discorso salvezza e andiamo lì per vincere. Le lacrime di Juric? Non mi era mai capitato di vedere una cosa così, è un uomo vero, ci tiene tanto. Sono state uno stimolo per fare bene contro l’Inter”. E anche Cataldi ha probabilmente giocato la sua miglior partita contro i nerazzurri: “Ero abituato a giocare diversamente, più da mezzala in un centrocampo a tre. Il gioco di Juric è particolare e ci ho messo un po’ ad adattarmi, ma sto crescendo molto, ho imparato e mi trovo bene.”
Non solo Genoa, a giugno ci sarà anche l’Europeo under 21 e Cataldi sarà uno dei protagonisti: “Vogliamo vincerlo, è il nostro obiettivo. Abbiamo un gruppo molto forte e una rosa ricca di talento. Inoltre molti ragazzi hanno voglia di riscatto dopo la beffa di due anni fa, quando hanno visto sfumare la qualificazione in semifinale solo per differenza reti”. E il futuro di Cataldi, invece? “Il mio futuro è la partita di domenica, la salvezza e poi l’Europeo. Per il resto c’è tempo”. Del resto, sa adattarsi a tutto: “Sì, mio padre mi suggerì di imparare a fare il barista. L’ho fatto da adolescente: ho sempre voluto fare il calciatore ma non è stato facile, anche se alla fine ce l’ho fatta con l’aiuto della mia famiglia che è stata sempre al mio fianco.”
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