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Il caso Entella, Pellizzer: “Vi racconto il nostro calvario”

La fine di un incubo. Senza il lieto fine tanto auspicato. Dopo due mesi trascorsi nel limbo tra Serie B e C con l’impossibilità di scendere in campo, l’Entella ha finalmente ripreso a giocare. Disputerà il campionato di C, perché il Tar del Lazio ha respinto l’ultimo ricorso della società biancoceleste. “La giustizia non è stata applicata perché c’è una sentenza che afferma come sia nostro diritto giocare in B. Invece hanno fatto di tutto per dilatare i tempi e impedircelo. Ci sentiamo derubati: c’è una sentenza a nostro favore e non capisco il motivo per cui è stato fatto di tutto per metterci i bastoni tra le ruote, le parole di Michele Pellizzer, match winner dell’Entella nell’ultimo match contro l’Arzachena, in esclusiva ai nostri microfoni.

Ma questa è stata solo l’ultima puntata di una vicenda surreale per il calcio italiano, con i biancocelesti diventati vera e propria ‘squadra fantasma’. “Siamo partiti belli carichi il lontano 15 luglio per affrontare la Serie C. La sentenza del CONI poi ha decretato che potevamo tornare in B. È stata certamente una sentenza positiva ma da quel momento è iniziato un calvario. Le nostre partite di C sono state bloccate e in B non volevano riammetterci. Sentivamo parlare di ricorsi, contro ricorsi al Tar e così via ma noi non sapevamo nulla e soprattutto non eravamo in grado di porci degli obiettivi”.

Allenamenti ogni giorno senza conoscere il proprio destino. Senza giocare. “Sembrava quasi un ritiro pre campionato prolungato perché dovevamo comunque tenere il ritmo alto per farci trovare pronti ad ogni eventualità – continua Pellizzer -. Anche l’allenatore e il suo staff avevano difficoltà nell’organizzare gli allenamenti perché abbiamo vissuto due mesi di incertezza totale. Siamo stati bravi a tenere botta inventandoci amichevoli di volta in volta. Ma abituati alle partite nel weekend, tutto ciò è stato davvero stressante. E un po’ noioso…”. Tanto che“nei fine settimana ci si inventava le gite oppure tanti tornavano a casa. Personalmente di partite ne ho viste davvero poche, forse solo qualcuna di Serie B perché noi tutti pensavamo che sarebbe stato quello il campionato che saremmo stati chiamati ad affrontare. E invece…”.

Una bella delusione. Ma non solo. Quasi come se niente fosse, la scorsa settimana, da un giorno all’altro, la squadra di Chiavari è stata a chiamata a disputare la partita di C contro il Pisa prima ancora che il Tar si pronunciasse, in un momento di incertezza totale. Un comportamento inaccettabile per i giocatori dell’Entella, che hanno così deciso di indire uno sciopero – poi revocato, per evitare una sconfitta a tavolino – per spingere la Lega a rinviare la partita: “Con lo sciopero abbiamo voluto dare un segnale forte perché dopo essere stati fermi due mesi, volevamo far capire ancora di più come stessimo supportando il nostro presidente nella sua lotta. Lui è molto deluso ma allo stesso tempo carichissimo. Continuerà la sua battaglia fuori dal campo e a noi in campo ha chiesto di riprenderci ciò che ci è stato negato ingiustamente”.

L’obiettivo ora è quello di fare un campionato di vertice consapevoli che non sarà affatto semplice visto che giocheremo praticamente ogni tre giorni. Ma abbiamo un grandissimo gruppo con tanti giovani motivati per i quali noi ‘vecchi’ abbiamo dovuto essere ancor più da esempio in questo periodo: poche parole e tanti fatti. C’è una voglia di rivalsa incredibile”. Tre vittorie su tre partite disputate finora lo testimoniano alla grande.

Pellizzer, difensore classe ’89 dal 2015 all’Entella, aveva avuto anche diverse proposto in sede di mercato per cambiare aria, ma vista la situazione creatasi a Chiavari ha deciso di rimanere per poter difendere questi colori con ancor più determinazione: “Non potevo andarmene, soprattutto in un momento così. Ho ancora due anni di contratto ma soprattutto voglio ripagare tutta la fiducia che c’è sempre stata nei miei confronti”. E in particolare l’affetto della gente che “in ogni momento ci ha fatto sentire la loro vicinanza. La loro solidarietà.Tante volte non capivano il perché di tutto ciò ma sinceramente non lo sapevamo nemmeno noi. Ora dovremo essere bravi a riportare i nostri tifosi allo stadio perché quanto accaduto non può che far disinnamorare da questo sport”.

Proprio per evitare questo disinnamoramento e per un calcio più pulito, Pellizzer lancia un messaggio: “Vorrei sensibilizzare chi segue il calcio ma soprattutto i calciatori. Noi giocatori spesso guardiamo solamente il nostro orticello invece certi torti possono capitare a chiunque. Dovremmo essere più attenti alle politiche esterne al campo e ingiuste, come quando è stata decisa una Serie B a 19 squadre. Come associazione calciatori dovremmo prenderci più responsabilità. La cosa migliore sarebbe che l’impulso partisse dalla Serie A, dove ovviamente c’è più riscontro mediatico, e di conseguenza si potrebbe fare il bene anche della Serie B e Serie C”. Affinché certi incubi non si verifichino più in futuro. O che, quanto meno, possano avere un lieto fine.

Alberto Trovamala

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