Tutto parte da una decisione storica della Corte di Giustizia dell’Unione Europea: il caso Lassana Diarra
Il caso Diarra apre la strada: perché VVCS e UNFP sostengono la maxi-causa contro FIFA e KNVB
Il mondo del calciomercato potrebbe essere di fronte alla più grande scossa dai tempi del Bosman.
Dopo la decisione dell’Unione dei calciatori francesi (UNFP), anche la VVCS – il sindacato dei calciatori olandesi – ha annunciato il proprio sostegno alla massaclaim presentata da Justice for Players contro FIFA, KNVB e diverse federazioni europee.
Una battaglia che nasce da un principio semplice, spiegato dal presidente della VVCS Evgeniy Levchenko: “Il sistema dei trasferimenti, così com’è oggi, è ancora ingiusto. I club hanno troppo potere, i giocatori troppo poco”.
Tutto parte da una decisione storica della Corte di Giustizia dell’Unione Europea: il caso Lassana Diarra. L’ex centrocampista francese, rimasto bloccato dopo una rescissione contrattuale, si era visto impedire il trasferimento dalla normativa FIFA.
La Corte ha stabilito che alcune regole della FIFA, in particolare quelle legate alla rottura dei contratti e ai vincoli per i giocatori, violano il principio europeo della libera circolazione dei lavoratori. Una sentenza definita “rivoluzionaria”, perché riconosce che tutti i giocatori hanno potenzialmente subito un danno economico.
Justice for Players sostiene che circa 100.000 calciatori, attivi in Europa dal 2002, avrebbero guadagnato in media l’8% in meno durante la loro carriera a causa delle restrizioni previste dalle norme FIFA. La richiesta di risarcimento totale potrebbe valere diversi miliardi. La VVCS, pur non essendo parte diretta della causa, ha deciso di appoggiare pubblicamente l’iniziativa: “Sempre più giocatori vengono da noi per problemi legati ai trasferimenti. È chiaro che qualcosa deve cambiare”.
Dall’altra parte, il sindacato olandese sottolinea un aspetto rilevante: la fondazione Justice for Players è sostenuta da un fondo d’investimento, e potrà trattenere una percentuale (fino al 25%) dei risarcimenti. Uno scenario che ha fatto discutere, ma che non intacca la portata del tema.
Dopo Bosman nel 1995, che rese i giocatori liberi a fine contratto, la nuova battaglia potrebbe riguardare i limiti alla rottura unilaterale del contratto, il peso delle sanzioni FIFA e la capacità dei calciatori di scegliere liberamente il proprio futuro professionale.
Levchenko è chiaro: “La FIFA ha modificato solo in minima parte l’articolo 17 del regolamento. Serve una riforma vera, non un copia-incolla”.
Se la massaclaim dovesse avere successo, gli scenari potrebbero essere concreti:
Per molti osservatori si tratta dell’inizio di una fase nuova: il calciomercato potrebbe cambiare struttura, esattamente come accadde quasi trent’anni fa.
A cura di Sandro Adamo
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