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Casiraghi: “Italia? Se non andassimo al Mondiale Ventura entrerebbe nella storia… in negativo”

“Notti magiche” ancora da programmare. Vent’anni dopo sarà un altro spareggio a decidere se l’Italia farà battere i cuori di milioni di italiani: di mezzo la Svezia. Già, proprio loro, quelli del “biscotto”. E se per caso Ciro Immobile e Andrea Belotti avessero bisogno di qualche consiglio per capire come gonfiare la rete di Robin Olsen, ci pensa Gigi Casiraghi. L’ex bomber della Lazio segnò l’uno a zero decisivo in Italia-Russia, spareggio d’andata del 15 novembre 1997. “Io al massimo posso spiegare l’effetto che fa” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport “Mi ero goduto ogni momento e poi l’idea di giocare un altro Mondiale, magari per fare quel gol che mi era scappato via nel ‘94. Alla fine non ci andai, ma questo è un altro discorso… Ricordo il boato del San Paolo quando segnai: impressionante”.

Gli azzurri non possonomancare l’appuntamento di giugno: “Se giochi nell’Italia, visto che l’Italia al Mondiale ci va sempre, pensi per forza: se ci qualifichiamo è tutto normale, se non ci qualifichiamo saremo ricordati come quelli di un’eliminazione storica, tipo Corea. Succederebbe sessant’anni dopo l’ultima volta, giusto? Però Ventura ha giocatori con più esperienza internazionale, più abituati a partite così, a gestirsi bene su 180’: è una delle differenze fra Italia e Svezia”. Immobile, Belotti, Insigne? Per Casiraghi non possono giocare assieme:“Immobile e Belotti sono due punte centrali: in un tridente no. E no anche Insigne trequartista. Non è per forza una bestemmia rinunciare a uno in partenza: si gioca due volte in quattro giorni, dunque saranno in ogni caso tutti importanti”.

In chiusura d’intervista l’ex ariete azzurrospiega perché c’è da stare tranquilli: “Perché è più forte della Svezia. Perché ha sbagliato davvero solo una partita, a Madrid. Perché considerato tutto, compreso il sorteggio, lo merita. E perché un Mondiale senza l’Italia sarebbe troppo triste. Ne ho detti quattro, va bene lo stesso?”. Il resto dell’intervista in edicola, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport.

Redazione

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