Essere più forti delle difficoltà. Firmato: Federico Melchiorri. Di ostacoli nel suo percorso l’attuale attaccante del Perugia ne ha superati tanti. Ma l’amore per il calcio l’ha sempre aiutato ad andare avanti. Passione, gioie e gol importanti. L’ultimo, quello decisivo segnato contro il Carpi… da ex. Pallonetto a superare Piscitelli, in pieno recupero, su imbeccata di Verre. Emiliani sconfitti e condannati all’ultimo posto in classifica. Una gioia, ma nessuna esultanza: massimo rispetto per i suoi vecchi tifosi, che allo stadio ‘Cabassi’ fino a qualche mese fa lo applaudivano.
I gol dicevamo. E l’amore per il calcio. Melchiorri non si è mai fermato davanti alle insidie della vita. E della carriera. Era tutto iniziato nel migliore dei modi. A 19 anni l’esordio inaspettato in A con la maglia del Siena. L’unica presenza dell’attaccante in quella stagione. Tre passi indietro. In estate. Dalla serie A alla C2z il purgatorio delle gavetta. E un inferno che deve ancora manifestarsi. E che arriva, in un giorno del 2010. Un tumore al cervello, l’operazione e le speranze, quasi vane, di poter continuare la carriera. “Ti è andata bene”: gli dissero i medici all’uscita dalla sala operatoria.
Il calcio si trasforma in un hobby. L’iscrizione all’Università di Macerata e la voglia di cambiare vita. Solo qualche allenamento al Montecassino in seconda categoria, così per tenersi in forma. Ma l’amore per il calcio si fa sentire forte. E il bomber di Treia, dopo 7 mesi dall’operazione, torna a giocare. Lo fa in Eccellenza con la maglia del Tolentino, sua prima squadra. “Senza la malattia mi sarei perso – ha spiegato Melchiorri ai nostri microfoni qualche tempo fa (QUI) -. Mi ha fatto concentrare di più sulle cose importanti e meno sulle sciocchezze che ti distraggono dagli obiettivi”.
I gol come bigliettino da visita. Dopo quasi 60 reti in tre stagioni fra i dilettanti, Melchiorri ritorna fra i professionisti in Serie B. Lo vuole il Padova. Nuova vita dopo il calvario: è la stagione 12/13. Con quella maglia addosso incontra pure il suo idolo Del Piero in un’amichevole. L’anno seguente, poi, l’esperienza al Pescara di Oddo e la promozione in A sfiorata. I tifosi abruzzesi ricordano ancora la traversa dell’attaccante al 92’ durante la finale playoff col Bologna, che non consentì al Delfino di guadagnare l’accesso alla massima serie. Lacrime al Dall’Ara. Delusione da cui ripartire, ancora più forte.
Il telefono squilla. Dall’altra parte c’è Giulini, presidente del Cagliari. Il club sardo, retrocesso in B nel 2015, vuole subito la A e in attacco ha bisogno di Melchiorri. In Sardegna gioca e segna. Ma ad aprile il ginocchio fra crack. Stagione finita ad aprile e altro lungo stop. La squadra, intanto, torna in massima serie e qualche mese dopo il suo sogno si avvera. Melchiorri torna in A, all’alba dei 30 anni, dieci anni dopo l’ultima volta. E contro la Sampdoria realizza il gol vittoria partendo dalla panchina. Istantanea dall’album dei ricordi per il giocatore. Che qualche giorno dopo, all’esordio da titolare in A con la maglia rossoblù, consegna i tre punti ai suoi con una doppietta a San Siro (eh sì, gli assegniamo anche la seconda rete). E’ l’apice della carriera. La rivincita, dopo anni di difficoltà. Ma le insidie, purtroppo, tornano a bussare alla sua porta: il ginocchio si rompe ancora. Un anno di stop.
L’attaccante lascia allora la Serie A e a gennaio 2018 scende in B. Col Carpi ritrova continuità e gol. Dalla scorsa estate, poi, la nuova sfida a Perugia. Diciotto presenze e 5 gol in questa stagione.
Nonostante la malattia e gli infortuni. Per uno che ha superato un tumore al cervello non esistono ostacoli insuperabili. Solo nuove sfide da affrontare. Dall’Eccellenza ai gol in B, Melchiorri ha ancora tanta strada da percorrere.
a cura di Oscar Maresca
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