Cinque campionati in Serie B e, nel 2015-2016, una di Serie A. Adesso, la retrocessione in Serie C. Il Carpi è ufficialmente retrocesso, dopo aver trascorso le ultime sei stagioni tra i due massimi livelli del calcio italiano, lì dove prima i biancorossi non erano mai riusciti ad arrivare. La fine di un'era, in tutti i sensi, ma anche di una "favola stupenda". Così infatti il patron Bonacini ha definito il percorso del club, trascinato fino ai massimi livelli e, adesso, in attesa di una nuova proprietà.
Questa mattina, in conferenza stampa, il proprietario del Carpi ha spiegato le intenzioni dell'attuale società: "Sono stati 11 anni meravigliosi però, dopo un'amarissima retrocessione, è arrivato il momento di passare la mano. La città non ha condiviso e assecondato il nostro progetto, ma noi lasciamo una società sana: il legame ormai si è rotto e non si può più ricucire. Abbiamo preso il Carpi in D e lo lasciamo in C, indipendentemente dagli strepitosi risultati che ci sono stati in mezzo, il bilancio resta positivo"
"Adesso è il caso che qualche altro imprenditore della città si faccia avanti. Se questo non dovesse succedere? Non so cosa accadrebbe in quel caso, sarebbe giusto che qualcun altro prendesse il club, visto che la nostra gestione è stata apprezzata in tutta Italia meno che nella stessa Carpi. Auguro a questo club di trovare qualcuno che investa in stadi e centri sportivi, raggiungendo traguardi grandi almeno quanti quelli che abbiamo ottenuto noi"
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