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Carnevali: “Obiettvo Europa con coraggio e bel gioco. Boateng ci fa crescere”

Da Boateng a De Zerbi, dal Berardi ritrovato al secondo posto in classifica dopo tre giornate di campionato. Il Sassuolo è partito forte, e non vuole proprio saperne di mollare la presa. Domenica i neroverdi affronteranno la Juventus allo Stadium e nel contesto di una inaspettata… lotta al primo posto: “Vogliamo fare bella figura, magari provarla a vincere. Pensiamo, però, che una vittoria senza merito non sia una vittoria. E sarebbe bello se tutti, in Italia, la pensassero come noi”, spiega l’ad Carnevali a La Gazzetta dello Sport.

Il rapporto con i bianconeri è ottimo: “Abbiamo concluso tante operazioni insieme, sono un modello da seguire. Mia figlia lavora alla Juventus, sui social la massacrano. Conosco Marotta da oltre trent’anni, è un amico e un maestro per me. Lui era al Monza, io tra i dilettanti. Ma ciò non deve essere un presupposto per parlare di “Scansuolo”. Anzi, mi piacerebbe fare uno scherzetto a Giuseppe questo fine settimana”.

L’obiettivo, d’altronde, non è una semplice salvezza: “Vogliamo tornare in Europa League, abbiamo scelto un allenatore con idee diverse e precise, che fa un bel gioco e farà una grande carriera. Già contro la Juve vogliamo dimostrare di poter competere con club di un certo livello. Se fai un bel gioco e c’è la voglia di migliorarsi, i risultati non possono tardare ad arrivare. Nemmeno in provincia”.

L’acquisto di Boateng è servito per dare un segnale all’ambiente: “Abbiamo uno stadio di proprietà che ci permette di fatturare il doppio rispetto a club storici di Serie A. A febbraio sarà pronto il nostro centro sportivo, serviva fare qualcosa che evidenziasse la nostra volontà di alzare l’asticella. E allora, ecco un campione di livello internazionale. Abbiamo spiegato, in occasione di una cena a Milano con Prince, i nostri obiettivi, il nostro progetto. E lui, serio e umile, si è dimostrato entusiasta”.

Il modello da seguire, nel panorama europeo, Carnevali l’ha trovato nel Villarreal: “Piccola città con pochi tifosi. Ma pure, dall’altro lato, tanta ambizione e la capacità di affermarsi anche in Europa, proprio come vorremmo fare noi”. La speranza è quella di trattenere i big: “Sogno un Berardi-bandiera neroverde, ma piace un po’ a tutti. E’ un ragazzo semplice, e quando in campo trascende è perché è accecato dalla voglia di vincere”.

L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport

Redazione

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