L’italiano lo ricorda ancora benissimo, come se lo parlasse tutti i giorni. “Se mi chiamasse domani una squadra di Serie A sarei già pronto“. Una battuta, ma anche una speranza. Perchè l’Italia a Carlos Blanco è rimasta dentro, nonostante il tempo trascorso qui non sia stato molto. Due anni, alla Juventus, tra il 2014 e il 2016, passati per lo più in Primavera, con un lampo in prima squadra: un gol segnato da centrocampo. Ma andiamo con ordine.
La carriera di Carlos Blanco comincia nella sua Barcellona, di cui veste entrambe le maglie. Prima l’Espanyol, da bambino, poi i blaugrana: “Avevo 10 anni quando arrivai a La Masìa. – racconta a gianlucadimarzio.com – In quegli anni ho imparato tutto del loro stile. Giocare offensivo, palla a terra. Per il mio modo di stare in campo mi paragonavano a Piqué. Onestamente non mi pesava, anzi mi faceva piacere“. Il mondo Barça però, comincia a stargli stretto: “Tutte le squadre lì hanno un solo modo di giocare: dai bambini alla Prima squadra. È il loro segreto, ma io volevo migliorare anche in altre caratteristiche. Così decisi di andare via“.
All’epoca 18enne, il difensore sceglie l’Italia come successiva tappa di crescita: “Era tutto fatto con la Roma, dovevo solo firmare. Poi arrivò la chiamata della Juventus, con cui avevo avuto qualche contatto in passato. Cambiò tutto, ero veramente convinto di andare in bianconero e così fu“. Alla Juventus, Blanco ha la possibilità di imparare stando a stretto contatto con grandi difensori: “Allenarmi con Chiellini, Bonucci e Barzagli fu un’esperienza incredibile. Soprattutto Barzagli era impressionante. Non sbagliava nulla, nè a livello tecnico nè tattico. Faceva tutto in maniera perfetta“.
Ad impressionarlo non c’erano solo i difensori: “Uno che non dimenticherò mai è Pirlo. Quando lo vedevo in allenamento mi mettevo le mani tra i capelli per quanto era forte. Dava la palla giusta nello spazio per un giocatore che neanche aveva guardato prima dov’era. Sembrava nato per questo“.
Il ricordo principale dell’avventura di Carlos Blanco alla Juventus è un gol che fece il giro del mondo. Aggregato in una tournèe di amichevoli estive nel 2016 in Australia, lo spagnolo si inventa contro il Melbourne Victory una rete spettacolare, direttamente da centrocampo: “Non era la prima volta che segnavo in questa maniera. Già al Barcellona ne avevo fatti 2/3 così, poi anche in Youth League con la Primavera avevo preso un palo da centrocampo. In quel momento avevo preso palla dopo un rinvio, ho visto il portiere fuori e ho pensato “Perché no, proviamoci“. Quando la palla è entrata non potevo crederci. Sognavo di fare un gol con la Juventus, farlo così è stato ancora più bello”.
Le cose dopo quel gol non sono poi andate nel verso giusto: “Alla mia prima stagione tra i grandi, al Losanna, ho avuto molti infortuni. Prima una pubalgia, poi altri problemi muscolari. Avrò giocato 3/4 partite in tutto l’anno, sono stato molto sfortunato. Purtroppo ci sono delle cose che sfuggono dal tuo controllo“. Oggi gioca al San Fernando, in terza divisione spagnola, e per il futuro il suo desiderio è chiaro: “Vorrei giocare ancora in Italia. Il paese e il modo in cui si vive il calcio mi piace molto. Ho ancora molti amici lì, sarebbe bellissimo tornare“.
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