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Avelar su ‘Carlone’ Augusto: “Avevo paura mi rubasse il posto. Inter? È stato un veggente…”

Dal Monza all’Inter dopo il primo anno in Serie A e la benedizione di Adriano Galliani, che lo ha definito come “uno degli esterni più forti d’Europa”. Manca solo l’ufficialità per il grande salto nel calcio europeo di Carlos Augusto. Quando si parla di terzini verdeoro in nerazzurro, poi, non si può far altro che pensare a Maicon, leggenda del Triplete con Mourinho. Carlão, come lo chiamavano in Brasile, prometteva già bene al Corinthians: “Avevo paura mi prendesse il posto…”. A svelarcelo un altro connazionale dello stesso ruolo e vecchia conoscenza del calcio italiano: Danilo Avelar, oggi all’América Mineiro

Avelar: “Carlos Augusto? Un ragazzino, ma avevo paura mi prendesse il posto”

L’ex Cagliari e Torino è stato suo compagno ai tempi del Corinthians, dal 2018 al 2020. Carlos era appena salito dalle giovanili e aveva esattamente dieci anni in meno di Avelar: “Eppure già dal primo allenamento ha dimostrato di essere un giocatore diverso, tanta forza fisica e velocità”. 

  

 

Un ragazzino che non gli ha fatto dormire di certo sogni tranquilli: “Se ho avuto paura che mi rubasse il posto? Certo che sì, c’è stato un anno in cui ha finito la stagione da titolare e sono finito a fare la riserva…

Non a caso, poi, il suo soprannome era Carlão: “Qui in Brasile quando sei alto e forte la finale del tuo nome diventa ão, il contrario di quando invece sei più basso e gracile che invece diventa -inho. In Italia sarebbe Carlone. Con lui ho sempre avuto un bel rapporto, giocavamo spesso insieme al videogioco Counter-Strike”. 

La predizione di Carlos Augusto

 

Danilo Avelar non è stato solo il suo primo punto di riferimento in campo ma anche un fratello maggiore con cui confidarsi: “Ho parlato molto con lui dell’Italia e della Serie A dopo l’interessamento del Monza. Sapete cosa mi ha detto? Se avesse avuto una buona stagione sarebbe andato in una grande squadra”. Detto, fatto. Carlos Augusto lo aveva predetto ancora prima di arrivare in Italia e così è stato: una bellissima stagione con il Monza e il passaggio all’Inter. Ora aspettiamo di capire cosa dirà ai colleghi di reparto in nerazzurro sugli obiettivi stagionali della squadra di Simone Inzaghi.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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