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La storia di Andrea Carboni, talento della Barbagia che sogna la Nazionale

Se il Cagliari ha potuto lottare per la salvezza fino all’ultima giornata, gran parte del merito va alla difesa, in grado di reggere il colpo anche contro i migliori attacchi. Particolarmente positive le prestazioni di Andrea Carboni, che nella prima metà di stagione in particolare è stato protagonista nella difesa rossoblù.

 

 

Il Cagliari non è riuscito a evitare la retrocessione, ma il giovane difensore sardo resterà comunque nel massimo campionato: il Monza ha deciso di puntare su di lui e dopo aver già terminato le visite mediche è arrivata l’ufficialità: è un nuovo giocatore biancorosso.

 

 

Chi è Andrea Carboni: la sua storia

Lanciato coraggiosamente quasi due anni fa, da allora ha accumulato tanti minuti da essere il classe 2001 italiano con più presenze in Serie A. Per questo i top club di Serie A lo hanno a lungo monitorato, senza però affondare il colpo. Alla fine è stato il Monza a muoversi più rapidamente di tutti, superando la concorrenza e convincendo il giocatore. Ma chi è Andrea Carboni?

Andrea è nato il 4 febbraio 2001 a Tonara, piccolo paese della Barbagia, centralissima regione interna della Sardegna. Cresce in una famiglia che lo agevola e lo segue sia negli studi sia nel suo percorso calcistico in pari misura, ma vive in una terra tutt’oggi abbastanza dura, isolata e lontana dalla realtà cittadina.

 

 

Una terra, però, che gli ha trasmesso fortissimi valori e tradizioni, che lo ha reso un ragazzo corretto e sincero, per cui la parola data vale più dell’oro, un ragazzo che prova un forte senso di appartenenza per la sua Sardegna, oltre ad essere parecchio legato alla famiglia. Valori che lo hanno reso un “leader silenzioso”, come è stato effettivamente anche nelle giovanili del Cagliari, dov’è arrivato direttamente da casa sua.

Partito da Tonara, sognando Nainggolan

Andrea ha cominciato a giocare a calcio già da bambino stesso nella società del suo paese, la US Tonara, dove ha iniziato a mettere in mostra le sue qualità… da centrocampista. Ebbene sì, il suo modello di riferimento è stato per anni Radja Nainggolan, con cui ebbe anche modo di scattarsi una foto nel 2011, per poi finire a giocarci insieme.

 

 

Ma torniamo al 2011, quando Carboni aveva 10 anni: il Cagliari lo ha fatto suo per continuare a seguire direttamente la sua crescita. Per ben quattro anni, Andrea e famiglia hanno fatto avanti e indietro da Tonara fino al centro sportivo nella zona di Oristano, per far crescere Carboni già dai Pulcini con la società rossoblù. Parliamo di quasi 70 chilometri di distanza da una parte all’altra. A 14 anni, poi, si stabilisce definitivamente a Cagliari, nel convitto del club.

Andando avanti col tempo, il mito di Nainggolan resterà. Ciò che cambierà, invece, è il suo ruolo: inizia ad arretrare quasi da subito in difesa e da lì Carboni non si scosta più. Diventa un difensore centrale moderno, che all’occorrenza può anche giocare terzino sinistro nella difesa a quattro, come ha già dimostrato stesso in Serie A.

Il salto diretto in A, sognando la Nazionale

Nel massimo campionato italiano Andrea non ci è arrivato come spesso accade più comunemente in Italia, con un periodo di ambientamento tra i grandi nelle serie minori. Il suo è stato un percorso netto. Nel giugno 2020, appena dopo la ripresa dei campionati dopo il primo lockdown dovuto al Covid-19, è stato lanciato da Walter Zenga.

 

  

È stata sicuramente importante l’influenza del secondo allenatore Max Canzi, all’epoca promosso da allenatore della Primavera qual era. Avrà avuto modo di confermare il talento di Carboni stesso a Zenga, contribuendo all’ascesa di uno dei prospetti più interessanti del nostro calcio.

Dopo 52 presenze raccolte in Serie A in tre annate differenti, Carboni è pronto a cominciare una nuova fase della sua carriera e sogna la maglia della Nazionale. Quella stessa maglia che, stranamente viene da pensare, è riuscito a vedere molto poco finora: solo 5 volte tra U17, U20 e U21. Chissà che presto non possa arrivare il suo momento.

Lorenzo Gentile

Classe 1996, nato a Napoli con il desiderio di girare il mondo, stadio dopo stadio, cresciuto con il sogno di commentare le partite più strane, più ricche e magari anche quelle più grandi. Oltre alla telecronaca, adoro il mondo segreto e misterioso del calciomercato. Lascerei il giornalismo solo per allenare in prima persona, forse. Mi sento un leader gentile (di cognome e di fatto, come dico sempre) ma sempre carico di passione e voglia di migliorarsi

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