“Mi sono paragonato a Santa Rita da Cascia, protettrice dei casi disperati. Ma anche Robin Hood. Sono una specie di pronto soccorso”, parola di Ezio Capuano. L’allenatore del Taranto, in una lunga intervista a Il Corriere della Sera, ha parlato della sua carriera e della sua vita. Si è soffermato sul suo ruolo: “Come un padre per far crescere i giocatori”. Come essere seguito? “Devi essere meritocratico”. Cosa non gli piace? “Mi fa arrabbiare quando (il giocatore) si allena male, quando non dà il meglio di se stesso o toglie la gamba in un contrasto”.
Sulla passione per il calcio: ““Vivo il calcio pensando a chi non ha soldi per la pizza perché li spende per la partita. Quando la vivi così, piangi pure, perché il calcio non è altro che l’essenza di emozioni. È l’attesa della gioia, come il Sabato del villaggio di Leopardi: quando la gioia si concretizza, poi non esiste più”.
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