Categories: Interviste e Storie

Capezzi, nel cuore della Carrarese neopromossa: la storia

Parlare di impresa, nel caso della Carrarese neopromossa in Serie B, potrebbe sembrare adeguato, ma in realtà è un risultato figlio di programmazioni e scelti ad hoc. Su tutti, Leonardo Capezzi. Classe 1995, dopo una carriera passata tra B e A (oltre a un’esperienza in Spagna, con l’Albacete), in estate ha accettato la sfida della C, e superando un lungo infortunio, è tornato da protagonista, prendendosi il centrocampo del club toscano e quindi la promozione.

“Ho voluto fare i conti con la realtà”. Il risultato? La promozione

Questa estate decidere di andare in C non è stato facile. Non è una questione di presunzione, ma bisogna fare i conti con la realtà”. Così parlò Capezzi ai nostri microfoni ad aprile (leggi qui l’intervista). Dopo 120 partite in B, 48 in Serie A tra Fiorentina, Sampdoria, Perugia, Varese, Empoli, Crotone (dove conquistò la promozione con Juric) e Salerno, che gli ha dato la chance di tornare, da protagonista, in massima serie, la scorsa estate è arrivata la decisione di sposare il progetto Carrarese

 

 “I primi mesi ho faticato ad adattarmi mentalmente, poi c’è stato anche un problema fisico. Mi è servito del tempo per metabolizzare il tutto”. D’altronde, il campionato di è diverso. Altrettanto vero che, Capezzi con la sua qualità ed esperienza hanno rappresentato un valore superiore rispetto al campionato. 

 

Con Capezzi in campo Carrarese sconfitta solo una volta

L’importanza del centrocampista basta vederla con i numeri. Dopo aver saltato gran parte di inizio campionato per infortunio, nel momento del suo ritorno in campo l’allenatore Calabro, in ventiquattro partite giocate è arrivata solo una sconfitta, la sconfitta per 4-1 contro la Recanatese. Insomma, in tutto e per tutto un fattore-Capezzi, con una Serie B riconquistata.

 

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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