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Capello: “Ancelotti migliore scelta per il Real. Ramos doveva abbassare le pretese”

Quando Fabio Capello parla non si risparmia mai e, nella lunga intervista rilasciata ad As, non ha fatto eccezioni. Carlo Ancelotti e Sergio Ramos gli argomenti più delicati toccati dall’ex tecnico del Real Madrid, che ha parlato anche delle sue due fortunate esperienze alla Casa Blanca.

 

Capello si è detto sorpreso dell’addio di Zinedine Zidane ai Galacticos, anche se ne capisce le motivazioni, avendo vissuto l’ambiente madrileno: “Ha fatto cose incredibili a Madrid – spiega Capello –Ha vinto tutto. Ha fatto giocare molto bene la squadra. Però è chiaro che quando manca la fiducia della gente che lavora con te e del presidente non è bello lavorare così”.

 

Zidane passerà il testimone a quello che è stato il suo maestro nell’anno della decima Champions, Carlo Ancelotti. Un ritorno gradito al popolo madrileno e condiviso anche da Capello: “Ancelotti è una buona scelta. Sa molto, conosce l’ambiente, la lingua, parla con calma con i giocatori. È un grande allenatore, ha esperienza. Penso che, dopo un grande tecnico come Zidane, Carlo sia il migliore che il Real potesse scegliere”.

Ancelotti dovrà affrontare questa nuova sfida senza l’ormai ex capitano dei Blancos Sergio Ramos, protagonista di un addio inatteso e non privo di polemiche, specialmente per le richieste del difensore. “Bisognava parlargli – dice Capello –, l’età è un peso per tutti. È stato fondamentale nei trionfi della squadra, come negarlo. Ma forse a 35 anni non è più il momento di pretendere molto”.

 

 

“Ronaldo? Il miglior giocatore mai allenato”

Un tuffo nel passato, infine, per ricordare la rocambolesca stagione 2006-2007, quella del titolo in Liga ai danni del Barcellona. Una delle decisioni più coraggiose, e forse anche discusse, prese da Capello in quell’anno fu quella di far sedere Ronaldo in panchina, per poi cederlo a gennaio al Milan. “Ronaldo è il giocatore migliore che abbia allenato in vita mia, insieme a Van Basten. In quel momento, però, era negativo per il gruppo. Provai ad aiutarlo, dicendogli cosa fare. Pesava 96 chili e gli chiesi ‘Quanto pesavi quando hai vinto il mondiale in Corea e Giappone?’. 84 chili, mi disse. ‘Puoi scendere almeno a 90?’. E non ci arrivò. Quando lo abbiamo venduto la squadra è cambiata”.

Redazione

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