“Non riesco a dare nulla al Palermo e devo andare”. Fatica a trattenere l’emozione, Giovanni Tedesco, l’ennesimo allenatore a rassegnare le dimissioni in viale del Fante, sede del Palermo. Anche lui, tornato a casa per dare una mano alla società nel bel mezzo dell’affaire Schelotto, ha deciso di non proseguire. Troppo confusa la situazione nel capoluogo siciliano, troppo umiliante la “retrocessione” da allenatore capo (seppur per coprire Schelotto) a semplice collaboratore tecnico di Novellino, per di più emarginato da tutto lo staff. Ormai Tedesco era fuori da tutto, da qui la decisione di fare un passo indietro e prendersi una responsabilità importante, quella di rinunciare allo stipendio per il bene del Palermo.
“Amo questa maglia, non potendo far nulla per il Palermo è giusto che tolga il disturbo”, prosegue Tedesco all’uscita dallo stadio “Renzo Barbera”. Ha rinunciato agli ultimi tre mesi di stipendio per tornare ad essere libero e per sperare in un futuro diverso: “Spero di tornare da protagonista un giorno”, è il sogno che Tedesco aveva sin dal momento in cui è stato chiamato da Zamparini per sedersi in panchina. Protagonista non lo è potuto essere, ma chissà, il futuro riserva ancora sorprese. Quel che conta, però, è il presente. E per il Palermo, ad oggi, è più nero che rosa: “Non voglio giustificare i tifosi – conclude Tedesco, in riferimento al lancio di petardi che ha portato alla sospensione del match con la Lazio – ma il Palermo non ha certo fatto una bella figura”.
Di Benedetto Giardina
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