Questo 20 settembre potrà essere una giornata interamente fatta di ritorni, anche romantici, per Fabio Cannavaro. Certo che è già tornato in Italia e non una sola volta, ma mai per un’opportunità professionale dal 2010, quando concluse definitivamente la sua esperienza da calciatore in Serie A, col passaggio (anche lì un ritorno) alla Juventus.
Ben dodici anni sono passati da quel momento fino a oggi, un giorno probabilmente cruciale, perché Fabio Cannavaro sembra pronto per diventare il nuovo allenatore del Benevento. Tutto fatto nella notte, ora si attende solo di chiudere il tutto e di poter confermare la scelta con un comunicato ufficiale.
In questo periodo senza panchina, l’ex difensore Pallone d’Oro non è stato mica fermo senza far nulla. Ha concluso un percorso di 13 mesi che lo ha portato a conseguire il nuovo Diploma in Club Management gestito dalla FIFA non molto tempo fa. Il richiamo della panchina, però, è sempre forte e Cannavaro lo ha sentito.
Ha sentito anche il bisogno di tornare in Italia, magari appunto anche per lavoro. Lo confessò qualche mese fa, avrebbe ascoltato proposte da tutte le categorie, senza precludersi nulla. Ma dopo 148 panchine al Guangzhou Evergrande in Cina, che hanno aperto e chiuso la sua esperienza da primo allenatore (in mezzo gli arabi dell’Al-Nassr e il Tianjin sempre in Cina). Ora sembra pronto per
Cannavaro manca – sempre parlando professionalmente – nel nostro Paese, dicevamo, da dodici anni. Cioè da quando giocava ancora, anche con la Nazionale. Dopo aver vestito le maglie di Napoli, Parma, Inter e Juventus, dopo aver vinto il Mondiale tedesco del 2006 (con tanto di Pallone d’Oro) – e vista la retrocessione in Serie B d’ufficio dei bianconeri per lo scandalo Calciopoli – Cannavaro lasciò l’Italia per firmare con il Real Madrid. In tre stagioni passate in Spagna, vinse due campionati e una supercoppa.
Successivamente, poi, a ridosso del Mondiale del 2010 in Sudafrica, che si rivelò catastrofico per l’Italia con gli azzurri eliminati da campioni in carica ai gironi, Cannavaro ritornò alla Juventus, subito risalita in Serie A. Fu quell’annata, la 2009/10, l’ultima a vedere Cannavaro da professionista in Italia. Dopodiché le parentesi Al-Ahli negli EAU e i Bengal Tuskers in India per chiudere la carriera di calciatore e le varie esperienze da allenatore, mai una in Italia.
Ma non solo un ritorno in Italia, un ritorno proprio in Campania. Lui napoletano, nato nel rione de La Loggetta nel quartiere Fuorigrotta – dove sorge lo stadio, non a caso – tornerà in panchina a Benevento. Un viaggio lungo più di 30 anni il suo, tra calcio giocato e panchina, che lo portò a cominciare dalla sua Napoli e, dopo aver viaggiato attraverso Spagna, medio-oriente e la Cina, ora lo riporta a circa 60 chilometri da casa.
Cominciò nel settembre del ’92, col suo esordio con la maglia del Napoli a quasi 19 anni (Modena-Napoli 0-3 in Coppa Italia), la sua esperienza da professionista in azzurro. Quei dieci minuti diedero inizio a una favola bellissima, partita proprio 30 anni fa. A Napoli ci rimase fino al 1995, quando venne ceduto al Parma. “Ferlaino mi disse: «Accetta la cessione, altrimenti falliremo». A malincuore accettai, sarei voluto restare al Napoli”, Cannavaro lo ha raccontato spesso. 27 anni dopo, Fabio ritroverà la Campania anche dal punto di vista professionale. Non l’Espanyol e nemmeno la Polonia: il futuro sarà a Benevento.
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