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Cambiare ritmo per ritrovare un’anima. Gattuso e il suo Milan: il tasto è già premuto a fondo sull’intensità

Parola d’ordine: cambiare. Risultati, registro e soprattutto ritmo. Il tasto scelto da Rino Gattuso per dare il via al suo terzo atto in rossonero vede l’indice premuto a fondo sul tasto dell’intensità, sin dal primo allenamento sostenuto con la squadra nella mattinata odierna: seduta breve, fissata per le 11 e precedente alla conferenza stampa di presentazione, per chiarire sin da subito al gruppo le proprie intenzioni, con pretese già ampiamente stabilite ed un tono di voce dal volume alto, volto ad incitare e spronare a dare di più.

Richieste chiare: senso di appartenenza, sacrificio, sopportazione per qualche intercalare di troppo o blasfemia eccessiva. Anticipate prima e ribadite successivamente, al fianco di Massimiliano Mirabelli nell’incontro con la stampa: essere se stessi per vedere sempre il vecchio Gattuso in azione. Quello che la storia del Milan ha fatto e conosciuto, imparandola ed immagazzinandola in 13 anni a Milanello, e che è chiamato ora a far rispettare ad una squadra dall’anima da ritrovare. Modi e usanze diverse, rispetto al metodo Montella, dal quale differisce anche il pensiero calcistico di Rino: difesa a 3 confermata, così come una mediana a 4, ma attacco tutto da valutare, settimana per settimana, non guardando in faccia nessuno e tentando, al tanto palleggio Montelliano, di applicare più verticalizzazioni e incisività in fase offensiva.

Responsabilità come concetto chiave: grato per un sogno ed un’opportunità unica divenuta realtà, per quel “formicolio alla pancia” eternamente ed indifferentemente presente tra campo e panchina, cercando la quadra di una squadra che, in 5 mesi, mai è scesa in campo per due volte consecutive con la stessa formazione. E proprio lì, anche lì, andrà ad agganciarsi il fattore identità: quella da ricreare allenamento dopo allenamento e gara dopo gara, puntando sull’unione del gruppo e sulla volontà di ogni compagno di “buttarsi nel fuoco” per l’altro, senza vedere eccessi di rancore o permalosità. Banditi totalmente, da ora, dalle parti di Milanello.

24 gare per dimostrare che il Milan, per rosa e qualità, debba valere almeno l’Europa: compito non semplice, dopo un avvio di stagione complesso e tanti milioni sul mercato spesi. Ma tutt’altro che impossibile per chi, all’ospedale, conta solamente di andarci con la testa rotta per davvero: nessun timore di bruciarsi o sentirsi semplice traghettatore e il pieno desiderio di restituire al suo club ciò che il Milan ha dato lui, riportando quell’inusuale ma già testato clima da funerale ad ogni sconfitta incassata. Ripartendo proprio dall’ABC, dalla base, dall’essere Gattuso, in settimana come in partita: il primo assaggio di allenamento è ufficialmente arrivato. Domani, tra seduta doppia e tanto lavoro muscolare, per il Milan ci sarà ancor più da pedalare: altro ritmo e altra intensità, rispetto a prima. Ed altra colonna sonora in sottofondo: le urla di chi, a Milanello, ha ricominciato ad entrare dalla porta principale. Per ricoprire, ancora, il ruolo di condottiero.

Simone Nobilini

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