Dalla Slovacchia alla panchina del Napoli con l’esordio in Champions League contro il Barcellona di Xavi, le emozioni per Francesco Calzona in questi ultimi mesi non sono mancate. Tornato in azzurro pochi mesi fa, aveva il compito di risollevare la squadra dopo una stagione davvero deludente. Calzona, in una lunga intervista a DAZN, ha parlato di diversi temi, sia personali che sul Napoli.
L’attuale allenatore del Napoli, come prima cosa, ha parlato del suo esordio sulla panchina azzurra, che è avvenuto in Champions League contro il Barcellona: “Sono successe tantissime cose. Non mi ero reso conto della partita che avrei dovuto affrontare fino a quando non ho stretto la mano a Xavi. Esordire contro il Barcellona è stata una grande emozione“.
Ha parlato anche della vittoria contro la Juventus, per ora la migliore sotto la sua gestione: “La soddisfazione principale è far felici i tifosi, almeno per una sera. Sono loro che mi hanno dato soddisfazione, anche se mi interessavano i punti. Un mio amico, juventino, mi ha aspettato e a fine partita piangeva dalla gioia per me“.
Calzona si è espresso anche sulla coppia Osimhen-Kvaratskhelia, oltre che su Di Lorenzo e Lobotka: “Madre natura ha dato loro qualità sopra la media. Sto addosso a entrambi per far capire loro che il calcio è anche altro. È un piacere allenarli per qualità tecniche e fisiche, sono fantastici. Per me possono vincere il Pallone d’oro. Sta a loro perché possono ancora migliorare tanto. Lobotka ha un’intelligenza unica, sia dentro al campo che fuori. Arriva alle 8 di mattina al centro sportivo ed è l’ultimo ad andare via, è un professionista. Di Lorenzo è uno dei terzini più forti d’Europa. Riesce ad avere qualità uniche e semplicità nei rapporti. È stato il capitano di uno Scudetto storico. Mi piacciono quelli come lui che parlano poco. Ha subìto, come tutti, un anno travagliato, ma 4-5 mesi non cancellano il suo attaccamento e le sue qualità“.
Nella lunga intervista Calzona si è soffermato anche sul suo rapporto con il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis: “L’ho sentito durante il viaggio verso Napoli. È un fiume in piena ma si è comportato benissimo con me. È sempre gentile e mai invadente. Sono felice del rapporto che ho con lui. Io il Napoli lo seguivo da quando ero piccolo, prendendo il treno. È un orgoglio allenarlo. Il mio idolo del tempo era Palanca. Anche se è la terza volta che torno non mi stanco mai di questa città, anzi mi sento in debito. Nonostante viviamo un periodo non positivo, quando cammini per strada tutti ti incoraggiano con una pacca sulla spalla. Non succede dappertutto“.
L’allenatore azzurro si è soffermato anche sui suoi obiettivi futuri e sulla Slovacchia agli Europei: “Ho già realizzato un sogno: allenare il Napoli. Per il futuro chiedo solo la salute e di continuare a fare questo lavoro. Con la Slovacchia abbiamo già raggiunto l’obiettivo di andare agli Europei. Lì non possiamo arrivare chissà dove, ma dobbiamo provare a superare il turno“.
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