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Dall’incidente quasi fatale all’Italia: Verona, chi è Tchatchoua

Da Torino a Verona. L’Italia sembra comunque nel destino di Jackson Tchatchoua, esterno classe 2001 dello Sporting Charleroi. Entrato nel mirino dei granata negli scorsi giorni, adesso il belga è a un passo dai gialloblù di Baroni, attualmente primi in classifica grazie alle vittorie con Empoli e Roma. 

Dalla trafila nelle giovanili delle “zebre” all’incidente quasi mortale che lo ha visto coinvolto poco più di un mese fa. La storia di Tcharchoua è particolare, tra la paura del recente passato e la voglia di rivalsa.

 

 

Chi è Tchatchoua, il classe 2001 molto vicino al Verona

Classe 2001, Tchatchoua sin da giovanissimo ha fatto parte di alcuni dei settori giovanili più importanti del Belgio: Standard Liegi, Oh Leuven e Charleroi, la squadra che lo ha portato ad affermarsi in patria e non solo. Con i bianconeri, infatti, l’esterno ha giocato le ultime due stagioni da protagonista, rendendosi partecipe di 2 gol e 5 assist nelle 64 presenze messe a referto.

   

 

La duttilità al servizio di Baroni

Il giovane 21enne fa della duttilità il suo punto forte. Nato come ala in grado di ricoprire la fascia destra in un attacco a tre, nella scorsa stagione il tecnico dei belgi lo ha schierato per lo più da esterno destro in una linea di centrocampo a quattro, molto simile allo schieramento adottato dal Verona di Marco Baroni. 

Il classe 2001, però, è anche in grado di spostarsi sulla corsia opposta e, come se non bastasse, agire da trequartista. Uno dei profili che all’allenatore ex Lecce piacciono molto, in quanto lui stesso può decidere come “modellarlo”.

 

 

L’inizio del calvario

La storia di forza e di coraggio che caratterizza il belga-camerunense è una di quelle da raccontare ad alta voce, per dimostrare come attraverso la volontà tutto sia possibile. Tutto ha inizio l’8 luglio, giorno in cui Jackson si trova in vacanza in Marocco in attesa dell’inizio della nuova stagione. Durante un viaggio in taxi, alla ricerca dei biglietti aerei per il ritorno in patria, un’altra auto si fionda davanti a quella del giocatore, che sterza di colpo andando contro un arbusto. Da lì, l’inizio dell’incubo. “Non stavo guardando la strada, quindi il mio corpo non era preparato allo shock. Sentivo come un colpo di frusta. Risultato: frattura di 1 e 2 cervicale – ha dichiarato il calciatore in un’intervista rilasciata un mese dopo l’accaduto.

Il 27 giugno il chirurgo mi ha aperto il collo e ci ha inserito una vite tra le mie cervicali. Due giorni di ricovero, poi dieci giorni di riposo prima di riprendermi, ma lì avrei potuto perdere la vita. Fortunatamente tutto è andato nel verso giusto, con Tchatchoua che può ritenersi vivo per miracolo. Il calcio adesso può attendere, priorità alla salute. Il 21enne si allena a rilento ormai da quel giorno, ma intanto il Verona ha messo le mani su di lui.

A cura di Alessandro Mammana

Alessandro Mammana

Classe 2004, credo che la prima parola uscita dalla mia bocca sia stata "palla". Da sempre innamorato dello sport, il calcio è stato il mio compagno di vita, sin dal giorno zero. Ci ho giocato per una quindicina di anni prima che il mio corpo dicesse stop, ma potevo mai starne lontano? Assolutamente no, ed ecco che tutte le telecronache virtuali fatte giocando a Fifa o Pes hanno trasformato quello che prima era solo un sogno in un obiettivo

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