Interviste e Storie

Calcio e vino: due mondi, un uomo. Il giusto mix secondo Malesani

Un momento di divertimento con Malesani: al tecnico è stato chiesto di associare a ciascun vino un giocatore.

Calcio e vino. Due mondi all’apparenza opposti, ma non per Alberto Malesani. L’allenatore originario di San Michele Extra, un quartiere di Verona, ha scritto alcune delle pagine più importanti della storia del calcio italiano.

Undici sono le squadre che ha allenato in Serie A – Chievo Verona, Parma e Fiorentina sono state le prime in ordine cronologico. Tre i trofei che vinse in un solo anno, il 1999, alla guida del club emiliano: una Coppa Italia, una Coppa UEFA e una Supercoppa Italiana.

L’ultimo incarico risale al 2014 sulla panchina del Sassuolo. Sostituisce Di Francesco, ma la sua permanenza alla guida dei neroverdi dura poco più di un mese. Cinque ko in cinque partite: il tecnico non trova una quadra e viene esonerato.

Alla sua carriera calcistica si intreccia la passione per il vino. Così Malesani parte per la dodicesima avventura: apre un’azienda vinicola e inizia a produrre un suo personale prodotto, “La GiuVa” – il cui nome nasce dalle iniziali delle due figlie, Giulia e Valentina.

Un giocatore per ogni vino: il gioco

Una volta premiato per la sua carriera a Palazzo Moroni a Padova, Malesani si è sottoposto a un esperimento. Cinque vini, cinque giocatori – anzi sei. Il tecnico ha dovuto accostare alle note dei vini selezionati quelle di giocatori che ha allenato nell’arco di una carriera durata quasi 30 anni.

Il primo: l’Amarone. “La struttura, la forza, la persistenza ricordano Batistuta”. Con l’attaccante argentino condivise la parentesi al Parma. Il secondo: il Barolo: “È un vino elegante. Dico due nomi: Rui Costa e Verón”. Rispettivamente il centrocampista portoghese che ha collezionato più di 200 presenze con la maglia della Fiorentina e “La Brujita”, il soprannome del secondo, il centrocampista argentino. Verón è stato uno dei perni della formazione di Malesani ai tempi del Parma.

 

Malesani: “Pinot Nero? Buffon, il più forte di tutti i tempi”

“Lo Champagne è frizzante, molto frizzante: dico Thuram”, anche lui parte dello scacchiere gialloblù. Il quarto: il Gewurztraminer. “Canavvaro”, afferma con convinzione.

Da ultimo, il Pinot Nero. “Gianluigi Buffon. Questo vino è uno dei rossi più buoni al mondo, allo stesso modo Buffon è stato il più grande portiere di tutti i tempi. È un giocatore fuori dal normale”.

A cura di Beatrice Zattarin

Redazione

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