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Calci e pugni… alla mascotte! Grinta e costanza in campo. Cosenza racconta il suo Lecce: “Fiero di indossare questa maglia”

Pugni, calci e tanta grinta. Non è un pugile e nemmeno un karateka, semplicemente Francesco Cosenza. Trent’anni, centrale difensivo del Lecce. Ma attenzione: le ‘botte’ sono solo per… i suoi compagni, insieme ai quali “Ciccio” inventa le esultanze per celebrare i gol. “Sono un giocherellone. Caturano non sopporta che lo colpiscano neppure per scherzo. Così, dopo il suo gol contro l’Akragas, ho finto di dargli un pugno; da lì è nato il siparietto in cui recitavamo da avversari in un ring” racconta il centrale a GianlucaDiMarzio.com. “Si parla tanto delle nostre esultanze, ma vi assicuro che le inventiamo tutte sul momento”. Lo stesso per quella a fine gara dopo Lecce-Reggina: un calcione “rifilato” alla mascotte giallorossa, finita k.o. ai piedi della Curva Nord. “Nulla di premeditato, davvero!”.

Tanto divertente all’interno dello spogliatoio quanto importante in campo. Nelle 8 partite di campionato, Cosenza è l’unico giallorosso a non aver saltato neppure un minuto. Indispensabile. “Fa piacere, ma nulla è scontato per me; Padalino tiene tutti sulle spine, sappiamo bene che non ci sono titolari e riserve.” Modesto, carattere umile: prima i fatti e poi, forse, le parole. D’altra parte non è un caso che in estate la società abbia voluto poggiare le fondamenta su un giocatore come lui. “Rispetto all’anno scorso è cambiato molto, sono arrivati tantissimi nuovi giocatori, tutti di un certo spessore. Merito di Padalino se, in soli due mesi, abbiamo trovato i nostri equilibri; è un grande allenatore, arriverà sicuramente in alto”. Come Padalino, anche il Lecce non si deve porre alcun limite. “Il nostro obiettivo è salire di categoria, una piazza come Lecce non merita la Lega Pro”. Magari anche Cosenza meriterebbe di più? “Forse sì, però sono fiero di indossare questa maglia. Quando dovevo andare via da Vercelli, avevo numerose offerte in Serie B, ma mi conosco: do il meglio di me nelle piazze importanti, calde, dove per giocare servono grinta e determinazione. Lecce era quello che cercavo, mi pento di non aver fatto questa scelta qualche anno prima.”

Una roccia in campo, un ragazzo generoso nella vita di tutti i giorni. Nell’ottobre 2012, Cosenza ha fondato, con l’amico Vincenzo Morabito, l’associazione benefica Onlus “Un’azione per un sorriso”, della quale il giocatore è anche presidente. “Nella mia Calabria c’è tanto da migliorare, molti bambini hanno bisogno d’aiuto. Vincenzo mi ha dato la possibilità di organizzare delle aste benefiche: molti miei amici calciatori ci hanno aiutato mettendo in vendita le loro maglie da gioco. Uno su tutti? Ledesma. Insieme a lui, stiamo aiutando una bambina di Lecce, Giorgia, a sconfiggere la rarissima Sindrome di Berdon, curabile solo in America”. Un calcio in campo… alla mascotte. Per gioco. Qualcuno ai compagni, per festeggiare i gol. E uno fuori, sopratutto fuori. Per davvero. Contro le malattie che colpiscono milioni di bambini. Questo sì, il gol più bello.

A cura di Francesco Calvi.

Francesco Calvi

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