L’intervista di Riccardo Calafiori ai microfoni di Sky Sport
Il passaggio dal campionato italiano a quello inglese, si sa, non è mai facile. Sono innumerevoli i calciatori che non hanno dimostrato di saper tenere il passo, una volta passati in Premier League. Riccardo Calafiori questo lo sa, ma non gli interessa e sta vivendo una stagione molto buona alla corte di Arteta, all’Arsenal.
Una stagione incredibile conclusa con la qualificazione in Champions nel 2023/2024 del Bologna, poi un Europeo finito male ma vissuto ugualmente da protagonista. Poi la chiamata dell’allenatore dei Gunners e la scelta di cambiare aria.
“Il passaggio dalla A alla Premier? Sinceramente non me lo spiego neanche io come ho fatto, mi ero dato dei mesi di adattamento però anche grazie allo staff dell’Arsenal non ho sentito la mancanza dell’Italia e del cambiamento, partendo subito forte. Mi hanno gestito il primo mese e poi ho continuato“, ha rivelato lo stesso Calafiori, intervistato in esclusiva da Sky Sport.
La scelta, per il momento, si è rivelata azzeccata. “Ho parlato tanto con Arteta, già prima di arrivare a Londra. La prima volta mi ha detto ‘Devi venire qua’. Sul momento gli ho chiesto le motivazioni, mi ha mostrato il progetto e le idee che aveva su di me. Ho capito che per arrivare al prossimo step venire qui era la cosa migliore“.
Fluido, capace di adattarsi e fare la differenza ovunque. Determinati compiti con l’Italia, altri con il club. “Il mio ruolo? Anche da piccolo non ho mai avuto un solo punto di riferimento. Mi piaceva andare a fare il raccattapalle per vedere la velocità, l’intensità, cercare di capire il pensiero dei giocatori“. Ma non si finisce mai di imparare: “Cerco sempre di rubare con gli occhi anche dai ragazzi che mi stanno vicino in allenamento, alcuni sono fenomenali“.
Poi, anche una precisazione sul proprio ruolo, decisamente atipico. “Qui al’Arsenal sono terzino, mentre in Nazionale sono braccetto – continua poi il classe 2002 –. Questo sulla carta, mi trovo bene in entrambi i ruoli. Mi piace quando mi lasciano libertà con la palla. Mi diverto, ma sempre con coscienza non girando a caso. Anche qui a Londra non è un ruolo da terzino classico“.
La stagione con il Bologna 2023/2024 è stata forse il trampolino di lancio per il 22enne, definitivamente esploso dopo le varie esperienza precedenti. “Motta mi ha cambiato la carriera, assolutamente si. Mi ha insegnato cose che mi hanno cambiato la visione del calcio. Pensavo che le cose che mi diceva fossero solo per quei momenti, non è stato così“.
Poi, spazio anche a una confessione. “Un momento in cui ho capito che sarei diventato calciatore? Dopo l’infortunio quando avevo 16 anni. Mi dissero che probabilmente non sarei tornato a giocare. Mi ricordo come ero prima, poi sono cambiato, quell’esperienza mi ha segnato. Quando sono tornato in campo ero convinto che sarei diventato calciatore. Ma neanche nei momenti migliori mi aspettavo di arrivare a questi livelli“.
“Il gol con il City? L’ho rivisto tantissime volte, era la mia prima da titolare – ha concluso infine Calafiori -. È stata una gioia immensa, è stata la conferma di poter fare la differenza anche qui. Un’emozione grandissima. Il messaggio che porto più nel cuore? Quello di alcuni compagni del Bologna che avevano appena finito la partita e mi stavano guardando sul pullman. Ho mantenuto buoni rapporti con tutti, specialmente De Silvestri, Orsolini, Fabbian, Ndoye, Ravaglia“.
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