“A gennaio ero ancora sul divano in attesa di una chiamata. Ho ricevuto tante proposte, anche di squadre a cinquanta chilometri da casa, ma ho sempre rifiutato. Aspettavo quella giusta. Il calcio per me è emozione pura, vivo di sensazioni e mi piace ascoltare il cuore. Quando la Carrarese mi ha contattato non ci ho pensato due volte, sono salito in macchina e sono partito”. A parlare è Antonio Calabro, allenatore della Carrarese che ha riportato in B i toscani dopo 76 anni. Il resto della storia, poi, lo conosciamo tutti, ma raccontare l’impresa degli azzurri come un semplice traguardo sportivo sarebbe riduttivo.
Al momento del suo arrivo in panchina, la Carrarese allora guidata da Dal Canto occupava la quarta posizione nel girone B. Un percorso in linea con le aspettative di inizio stagione e con la squadra in piena corsa per i Playoff. Ma mancava qualcosa. La convinzione di essere una squadra forte, capace di poter competere per altri palcoscenici: “Molte persone ci hanno etichettato come la rivelazione del campionato, ma non siamo stati una sorpresa. Se guardiamo il girone di ritorno insieme al Vicenza siamo stati la squadra con la media punti più alta nei tre gironi”.
Quella della Carrese è una vittoria meritata, conquistata con la forza delle idee e con un calcio moderno, propositivo, ma senza mai disdegnare la fase difensiva. Un abito perfetto cucito su misura dal “sarto” Antonio Calabro: “Io sono un allenatore che ha sempre lavorato per il bene della società per cui lavorava, non per sé stesso”.
L’impresa della Carrarese e di Calabro non è di certo passata inosservata. Sono tanti infatti i messaggi d’amore e di stima arrivati nell’ultima settimana da personaggi influenti del mondo del calcio. Tuttavia, c’è un messaggio in particolare che ha commosso l’allenatore azzurro: “Non saprei nemmeno quantificare i messaggi arrivati dopo la promozione. Sto provando a ringraziare tutti ma ancora devo finire di rispondere. Mi sono emozionato quando ho ricevuto quello di Pantaleo Corvino, il mio maestro. Il direttore mi ha insegnato come muovermi in questo mondo e nei miei successi c’è tanto della sua educazione calcistica”.
A cura di Santo Romeo
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