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Un po’ di Scandinavia, Cina e USA a Napoli: Cajuste, un jolly multietnico

Ci sono un haitiano e una svedese che si trasferiscono in Cina per lavoro. No, non è l’inizio di una barzelletta, è la storia di Jens Cajuste, nuovo centrocampista del Napoli. Immaginate, cominciare a giocare a pallone in un Paese lontano più di venti ore di volo dalla vostra città natale e diventare poi un professionista. Beh, a Jens è successo. 

La storia di Cajuste: Svezia, Cina e poi… il pallone

 

Per capire meglio la storia, però, bisogna tornare al 2005. Jens ha appena sei anni e il padre, originario di Haiti, deve trasferirsi da Göteborg a Lijiang per motivi di lavoro. Fa il venture capitalist (investe per conto delle istituzioni su aziende non quotate caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo) e all’epoca la Cina è un ricco bacino di start up. Sono appena un centinaio le famiglie straniere presenti in città, tanto che manca anche una scuola internazionale. Jens per qualche tempo non può proprio mettersi sui libri e da lì, probabilmente, comincia a giocare a pallone.

Un jolly per gli allenatori. E gli USA

Un po’ di cinese, comunque, lo ha imparato, visto che è tornato in Svezia dopo quattro lunghi anni, nel 2009. Ripartito dalla serie minori, si fa notare dall”Örgryte, squadra di Göteborg, dove nelle giovanili gioca praticamente ovunque: prima da 10 e all’occorrenza anche come terzino destro grazie al suo fisico imponente – è alto 188 cm e il suo soprannome è “pannocchia di mais” – ma quando viene spostato mediano arriva la svolta che lo porta a trasferirsi Midtjylland, una della squadre più importanti in Danimarca.

Nel mentre anche la scelta, obbligata, di giocare per la Svezia. Il padre ha anche il passaporto americano, avendo vissuto negli USA. Jens, oltre alla parentesi Cina, è cresciuto tra la Scandivanvia e gli Stati Uniti, dove oggi abitano i fratelli. Non ha potuto però scegliere la nazionale degli Yanks per una questione burocratica: almeno un genitore, infatti, doveva essere nato lì per ricevere la cittadinanza.

Il nuovo Anguissa

Passato allo Stade Reims per circa 10 milioni nel 2022, prende parte alla striscia di 19 risultati utili consecutivi in Ligue 1 –  la più lunga nella top 5 campionati europei – con Will Still in panchina, il giovane allenatore senza patentino per cui la società era costretta a pagare 25 mila euro di multa a partita (LEGGI QUI LA STORIA). 

 

Still gli cambia ancora posizione, spostandolo mezz’ala, dove diventa imprevedibile: recuperi, fisico, conduzione palla al piede e tiro (destro o sinistro non cambia) sono solo alcuni aspetti per cui il Napoli ha puntato su di lui per completare il centrocampo, un po’ come un next-gen di Zambo Anguissa. Oggi è un box-to-box ma dopo aver giocato quasi ovunque, aver masticato un po’ di cinese, la prossima sfida sarà imparare al più presto anche l’italiano, come lingua e ma soprattutto come filosofia di calcio.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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