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Cagliari, Joao Pedro: “Ho capito che tante persone mi vogliono bene: sarà meno dura tornare”

“Adesso sono più tranquillo, ho capito che ci sono tante persone che mi  vogliono bene”. Sembrano superuomini visti dall’esterno. Alcuni superbi, altri arroganti, quasi indisponenti. Ma i calciatori sono appunto “uomini”, alcuni particolarmente sensibili, fragili, vulnerabili. Ognuno ha la sua storia, fatta a volte di un’infanzia difficile. La serie A italiana oggi si è arricchita di nuove testimonianze e una viene nuovamente da Cagliari, a distanza di appena due settimane dalle lacrime di Fabio Pisacane. Joao Pedro era tornato, dopo un inizio di stagione tormentato. Due gare appena hanno dimostrato quanto vale questo “10” brasiliano, capace di cambiare da solo le partite. Alle sue accelerazioni e la sua genialità si affidava tutto il popolo rossoblù.

Ieri la fortuna ha deciso di voltare nuovamente le spalle al ragazzo di Ipatinga. Frattura composta del perone durante l’allenamento di rifinitura che significa quattro mesi fuori dal campo. “Ieri ho passato una serata bruttissima” – spiega Joao nel post gara di Cagliari-Crotone – “Stamattina, invece, mi sono svegliato convinto che posso farcela. E’ capitato, è inutile lamentarsi, ora è il momento di guardare avanti. Ho subito un colpo duro, logicamente mi ha fatto molto male. Questo è il nostro mestiere, sappiamo benissimo che possono accadere queste cose. Sono tranquillo,Cagliari mi vuole bene, l’ho capito oggi”.

Già, quella passerella in stampelle prima della gara con tutto il pubblico in piedi a urlare il suo nome. Qualche lacrima inizia a scendere per Joao che aggiunge: “Quando le cose vanno bene è facile applaudire, è in questi momenti che si vede chi ti vuole bene veramente”. Stavolta la pausa è più lunga e le lacrime più consistenti. Poi “Jo”, in stampelle e con una gamba ingessata, riprende: “Sarà meno dura la riabilitazione perché mi trovo intorno tante persone che ci tengono a me. Questo mi faciliterà molto le cose. I miei compagni hanno dimostrato che sono una grande squadra, ma anche delle bellissime persone. Io dovrò lavorare duro, ma proprio loro mi hanno portato tanti esempi di come si può tornare più forti di prima. Federico Melchiorri è solo l’ultimo”. In bocca al lupo “Jo”.

Francesco Caruso

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