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Cagliari, Bruno Alves: “Joao Mario? Siamo grandi amici, ma voglio battere l’Inter: faremo pace in Nazionale”

Bruno Alves, la star di Cagliari. Amore a prima vista quello tra il campione d’Europa e il Sant’Elia, che lo ha da subito eletto leader. Non solo temperamento e carisma, ma anche simpatia e una personalità fuori dal comune: Bruno interpreta al meglio ciò che i tifosi vorrebbero vedere in campo. E lui? Non ha mai nascosto di sentirsi lusingato da tanto affetto. Idoli, infanzia, hobby, il portoghese si è raccontato durante “Il Cagliari in diretta”, trasmissione in onda su Radiolina.

Italiano? Quando si tratta di fare lunghe conversazioni ancora non mi fido, voglio impararlo meglio. Questi sette mesi sono stati amazing (fantastici). E’ una piacevolissima sorpresa l’accoglienza che mi ha sempre riservato il pubblico di Cagliari. Le persone apprezzano il modo di giocare e il mio apporto in campo e fuori dal campo, e io non posso che ricambiare. In serie A si respira un clima speciale, negli stadi c’è un’atmosfera incredibile durante le partite. Ogni match nasconde delle insidie e tra le rivali più difficili metto il Crotone: ci hanno fatto soffrire all’andata e al ritorno. Attaccanti? Fortissimi. Quelli piccoli sono veloci e tecnici, difficile tenere il passo. Mi diverto di più a fare a sportellate con quelli più fisici: mi esalto soprattutto nel gioco aereo e nei corpo a corpo”.

Temperamento, dicevamo… Io cattivo? In campo mi trasformo, fin dalla mia infanzia, quando più che giocare facevo le lotte con miei fratelli. Come ho fatto ad andare d’accordo con gli arbitri italiani? (ride). Non posso svelare tutti i miei segreti. Semplicemente mi adeguo a quello che l’arbitro mi permette di fare. Se faccio un fallo e l’arbitro non mi ammonisce, significa che posso farlo anche dopo. Io ho grande rispetto per gli arbitri, però ci sono episodi durante le partite nei quali siamo coinvolti emotivamente ed è difficile non protestare”. Bruno ha avuto maestri importanti in casa: “Ci sono tre generazione di giocatori nella mia famiglia. Mio nonno, mio padre, io e mio fratello e, ora che ci penso, anche mio figlio: quattro. Probabilmente mio padre è stato il più forte di tutti”.

Futuro? Alves sulla scia di Riva: Rimanere qui a vita? Perché no, sicuramente mi piacerebbe chiudere qui la carriera. Ci sono tante città che vorrei rivedere, ma ho tre bambini e dovrò scegliere dove poterli crescere al meglio. Io credo che il miglior regalo che possa aver fatto ai miei figli è stato proprio di avergli dato la possibilità di vivere in Russia, Turchia e, adesso, in Italia. Ho tre bambini, una figlia di 10, un figlio di 7 e un altro di 3. Basta così! Il tre è il numero perfetto, 3 figli e a cadenze di 3 anni”. A proposito di firme: c’è chi vorrebbe anche quella di Cristiano Ronaldo… Sulla maglia, chiaramente:” Perché no? Datemi la maglia da firmare! (ride di nuovo). Io e Cristiano siamo grandi amici, è un rapporto iniziato in Under 21. Ci frequentiamo anche fuori dal calcio e abbiamo passato anche un capodanno assieme. E’ un modello e ho grande rispetto per tutto ciò che ha dimostrato in campo e fuori. Il contributo che dà alle comunità meno fortunate gli ha garantito il rispetto di tutti i giocatori e di tutte le società”.

Borriello? Altra amicizia speciale: “Punizione contro il Bologna? Era la mia posizione, ma Borriello si è avvicinato e mi ha detto Bruno, ti prego, fammelo battere: me la sento. Allora gli ho risposto ok e ci siamo inventati quella finta. E’ in grande forma. È un attaccante speciale, di qualità, ed è giustamente amato. In allenamento è difficile marcarlo e andiamo spesso allo scontro fisico”. Dopo la Juventus unaltra big farà tappa al SantElia: Domenica cè l’Inter e avrò la possibilità di riabbracciare Joao Mario, ma voglio vincere. Poi faremo pace in Nazionale. Ci tengo in modo particolare perché lInter è un grande team con giocatori fortissimi. Per noi che siamo una società in crescita è molto importante misurarci con i nerazzurri.Spero domenica al Sant’Elia di regalare emozioni speciali ai tifosi. Scenderemo in campo per provare a vincere”.

Qual è il segreto di Bruno Alves? “Curo molto l’alimentazione. Durante la carriera mi sono confrontato con molti dottori e nutrizionisti e questo mi ha permesso di capire cosa posso mangiare. Per me è importante alimentare bene il fisico, per allenarmi al meglio. Il primo giorno ero disperato, mi servivano avocado e succo di cocco. Non potevo fare la spesa, ma erano elementi indispensabili per la mia dieta. Alla mia richiesta lo staff mi ha detto avrai tutto domani mattina’. Il giorno dopo c’erano tantissimi avocado, ma anche tantissime noci di cocco. E’ stato divertente: ‘Ragazzi,ma avevo chiesto un semplice brik di succo di cocco!’ Lavocado mi fa sentire giovane. Mangiatelo con le uova, curcuma e pepe nero: ve lo consiglio! Ho convinto anche molti dei miei compagni”.

Italia nel destino: Nel 2010 scelsi la Russia perché Spalletti, mi voleva a tutti i costi. Dopo un anno e mezzo ci fu la possibilità di andare alla Juventus: l’opportunità non si concretizzò. Poi la scorsa estate, ho fatto la scelta di venire a Cagliari: l’approccio del presidente è stato fondamentale. Ho apprezzato molto la sua voglia di assecondare le mie esigenze. Perché ho abbracciato Del Neri? E’ stato il mio allenatore nel Porto. L’incontro è stato speciale, ero molto piccolo ed è stato bellissimo ricontrarlo dopo 15 anni“. Hobby? Tanti, arti marziali in particolare: Pratico il brasilian jiu jitsu, con miei figli. Sono una persona molto emotiva e mi permette di stare molto con loro. C’è il contatto e non c’è niente di più bello dell’abbracciare i propri figli. Questo mi permette di tenerli lontani da Dvd e Playstation”. Oltre a Borriello un altro compagno ha colpito Alves: Pisacane. E’ una persona e un giocatore molto speciale: dà tutto in campo e cerca di adattarsi a tutto ciò che gli chiede l’allenatore. Ha il mio massimo rispetto”.

In chiusura si parla dell’idolo di Bruno Alves. In realtà sono due: Sono sempre stato un grande fan di Ronaldo,il fenomeno. Quando vedevo giocare il Barcellona impazzivo per le giocate di Ronnie. Un altro giocatore che apprezzavo molto è Fernando Couto“.

Francesco Caruso

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