Il 15 aprile, a Burnley è finita un’era. Tanto era durata sulla panchina dei “Clarets” l’esperienza di Sean Dyche, l’allenatore dei miracoli. Il Burnley sembrava destinato alla retrocessione in Championship, i tifosi protestavano per il brusco e inatteso allontanamento del leader del gruppo.
Nemmeno un mese dopo, a Burnley l’atmosfera è completamente cambiata. La squadra non ha più perso, anzi ha pareggiato col West Ham e poi ha vinto tre partite di fila. Ora, grazie alla vittoria col Watford, per la prima volta dopo 6 mesi il Burnley è fuori dalla zona retrocessione. Gli autori dell’impresa? Un allenatore giocatore e… Michael Jackson.
L’allenatore-giocatore risponde al nome di Ben Mee. Difensore, 32 anni di cui 11 trascorsi al Burnley, è la colonna portante del club, il simbolo della squadra promossa in Premier ormai 6 anni fa. Il capitano, quello che dopo essere cresciuto nell’academy del Manchester City, si è perfettamente sintonizzato con la dimensione del Burnley. Mee è colui che ha traghettato insieme a Jordan Henderson l’associazione calciatori della Premier League fuori dal difficile periodo del lockdown, in piena pandemia, nel 2020. Lui ha segnato il gol con cui il Burnley ha vinto contro il Tottenham il 23 febbraio, facendo sprofondare Conte in un mare di dubbi.
Poi un infortunio sembrava aver posto fine alla sua storia con il club: il contratto scade proprio nel giugno del 2022. Ma il 15 aprile Ben Mee viene nominato collaboratore tecnico della prima squadra, e comincia una nuova vita: diventa il trait d’union tra panchina e squadra, addetto alle comunicazioni e motivatore personale dei compagni. Con licenza di schierarsi in campo, cosa che però non ha ancora fatto.
Ben Mee non è un vero e proprio allenatore-giocatore, sul modello di Vialli, o di Rooney, perché la qualifica di primo allenatore al Burnley è stata assunta, dopo l’esonero di Dyche, dall’allenatore dell’Under 23 Michael (detto Mike) Jackson. Doveva trattarsi di una soluzione momentanea, lo aveva scritto anche il club nel comunicato in cui lo presentava. E invece Jackson si sta guadagnando la riconferma con i risultati, e con una gestione che piace a tutti, dalle parti di Turf Moore. Non più movimenti coordinati nel dettaglio, come con l’autoritario Dyche, ma libertà di scelta. Non più divieti: nel centro di allenamento è ormai in disuso quella “ruota della fortuna” che serviva a decidere le punizioni per chi facesse, per esempio, un uso eccessivo dei social.
Ora il Burnley affronta le ultime tre decisive partite di Premier League. I punti di distacco dalla retrocessione sono 2, e l’Everton ha anche una partita da recuperare. Ma nel frattempo la repentina ascesa del Burnley ha fatto ripiombare il Leeds, che dall’arrivo di Marsch sembrava aver cambiato passo, in piena lotta salvezza, aggiungendo un competitor alla lista. Per la premiata ditta Jackson-Mee (a cui va aggiunto anche il vice Paul Jenkins) si avvicina la partita di ritorno contro il Tottenham, prevista per il 15 maggio. Un girone dopo, c’è un cerchio da chiudere.
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