“Niente odio e violenza. Il Superclasico è tutta un’altra cosa“. Parola di Burdisso e Crespo. Non due qualsiasi. Una vita in Italia, un passato insieme nell’Inter, ma la testa alle loro radici più profonde. Quelle del Boca Juniors per li difensore, del River per l’attaccante. Sono partiti da lì, sanno cosa voglia dire giocare una partita come questa. Immaginano cosa sia una finale di Copa Libertadores tra due squadre così. Ma sanno anche oltre quali limiti non ci si debba mai spingere.
È invece successo tutto questo sabato scorso, con le immagini di una violenza grave e gratuita che hanno fatto il giro del mondo. “Non si può così” hanno commentato. Quando e dove? Mercoledì, durante una conferenza tenuta nello stadio dell’Al-Ain, il rappresentante arabo dei Mondiali per club, che comincerà negli Emirati Arabi il prossimo 12 dicembre, con i playoff proprio tra Al-Ain e il Team Wellington.
Chi manca? Ancora il rappresentante per il Sudamerica, che si sarebbe dovuto decidere lo scorso sabato. River o Boca, insomma. Invece nulla, gara rinviata e attesa procrastinata. In Arabia, ieri, sarebbe dovuto andare solo uno dei due in base a chi avrebbe vinto sabato. Poi, la decisione presa insieme: partecipare per dare un segnale. River e Boca sono rivali ma non si odiano. “Il Superclasico è troppo bello per essere rovinato così” dicono. Un messaggio chiaro. Senza spazio per la violenza.
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