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Torino-Napoli è la partita di Buongiorno: il piccolo tifoso granata diventato uomo

“Mai scelta fu più giusta”. Le parole sono di Alessandro Buongiorno, riguardo alla decisione di allontanarsi dai suoi amici per inseguire un sogno. Perché il difensore sulla pelle ha ancora del granata addosso, quel colore che gli ha permesso di mettersi in mostra, di conquistare la Nazionale e di indossare la fascia da capitano, ma che, soprattutto, ha sempre tifato. L’Olimpico Grande Torino è stata la sua fortezza, nei momenti difficili e in quelli di gioia: oggi, il “capitano” torna a casa, dopo una maturazione in piena vista e l’ambizione di puntare al cielo.

La maturazione tecnica a Napoli: Buongiorno è insostituibile

Con la maglia del Torino, Buongiorno ha conquistato tutti. Perentorio nei suoi interventi, una sicurezza nei duelli aerei e quella grinta che i tifosi granata ricordano ancora meglio, con la fascia da capitano addosso. I 35 milioni più 5 di bonus – seconda cessione più onerosa dell’era Cairo – investiti dal Napoli sembrano essere stati il miglior investimento per Antonio Conte e la squadra azzurra.

Rispetto al suo 2023/24, anno della consacrazione per il difensore, Buongiorno effettua meno contrasti, ma quello che è veramente cambiato è la qualità di questi ultimi. 2.4 falli a partita con la maglia granata, 0.4 con quella del Napoli. In tutta la stagione, finora, ha effettuato 5 falli: è un numero che certifica il miglioramento della posizione e del tempismo degli interventi. 

Ciò che è anche cambiato è il coinvolgimento in fase di impostazione. Dopo il suo passaggio al Napoli, merito anche dello stile di gioco di Antonio Conte, Buongiorno sembra più sicuro palla al piede. Con il Torino erano 4.5 i palloni allontanati, mentre con il Napoli il numero scende a 2.8. I tocchi, invece, si innalzano: 67.7 con la maglia azzurra, 55.2 con quella granata e con loro anche la precisione (91% contro 85).

L’accoglienza dell’Olimpico e i sentimenti contrastanti: che partita sarà per Buongiorno?

Il coinvolgimento emotivo sarà inevitabile per il centrale di Antonio Conte. 99 presenze con la maglia del Torino, ma 98 di queste sono arrivate tra il 2020 e il 2024, durante il suo “ritorno” dopo i prestiti a Carpi e a Trapani. Quella fascia da capitano che, per lui, significa tanto: è stato colui che ha letto i nomi dei caduti di Superga, con le lacrime agli occhi e il rispetto per chi ha fatto la storia di quella maglia. 

Ha scelto il Napoli per puntare in alto nella sua carriera, ma, dentro di sé, ci sarà sempre quel bambino che ha deciso di abbandonare la squadra con i suoi amici per affrontare una sfida che per gran parte dei giovani giocatori è impossibile. Buongiorno ce l’ha fatta, ma come ha dimostrato lui stesso nella sua carriera, le cose non le dimentica. Per dirla con le sue parole: “Torino è la mia città e lo sarà sempre”.

Mattia Picchialepri

Cresciuto sotto la Mole con la diatriba tra granata e bianconero, innamorato del calcio grazie al mancino di Arjen Robben. Con il tempo mi sono appassionato anche ai motori e, soprattutto, alla palla a spicchi. Amo raccontare le storie dietro ai protagonisti dello sport.

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