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Buffon, orgoglio e dubbi: “Serve una partita da Juve. L’ ultima in Champions? Da bambino avrei messo la firma per chiudere al Bernabeu”

Il Bernabeu, lo stadio dei sogni, una carriera impensabile. E quell’aria sottintesa di chiusura del cerchio. Dall’esordio a Praga nel ’97 all’ultima, forse, domani a Madrid. Gigi Buffon ha passato gli ultimi mesi a parare le domande sulla data del suo addio. Però in queste occasioni diventa tutto più difficile. “Potrebbe essere la mia ultima partita in Europa, c’è questa possibilità”. La gara di andata ha segnato la qualificazione e questa data sul calendario. L’ultima volta al Bernabeu. “Da bambino avrei firmato per chiudere così”.

Ora però ha 40 anni e anche se ostenta tranquillità, il tormento di una fine imminente torna durante la conferenza stampa del pre Real-Juve.

Parlando di Keylor Navas, dice che “l’età è un aspetto che non conta. Se uno ha ancora rabbia e determinazione per essere il numero 1 deve continuare a giocare”. Sembrano messaggi. Un po’ a se stesso, un po’ no. Anche col sorriso. “Ho caricato i ragazzi dicendo che se andiamo fuori, continuo…”.

Tormenti e ironia, compagne di una carriera. Domani saranno 117 in Europa. Per arrivare a 118, servirà un miracolo. “Dobbiamo giocare da Juve, con tenacia, forza e gioco. Se entreremo in campo con orgoglio, niente è precluso”.

Le possibilità sono poche e Gigi lo sa. “Nella vita bisogna sempre tentare l’impossibile, così puoi sempre cercare di cogliere almeno il possibile. E il “possibile” adesso è uscire da questo stadio con la sensazione di essere una squadra al livello del Real. Poi ovviamente il sogno è l’impossibile”.

Quasi utopia. Rimontare tre gol al Madrid. Bestia nera in maglia bianca. A Cardiff, come a Torino. “Vogliamo cancellare questi due risultati, consapevoli che ci sono stati superiori ma ci è anche girato tutto male in quelle due partite. La maglia che portiamo, la squadra che affrontiamo ci chiamano a una partita orgogliosa. Da onorare al meglio.”

Magari senza subire un altro gol da Cristiano Rolando. “In questo momento è il giocatore più decisivo del mondo. Segna sempre, ha una continuità impressionante”. Le cifre dicono tanto: in gare di quarti di finale CR7 ha segnato più gol di tutta la storia della Juve: 22 a 21. Contro Gigi ha una statistica letale: 9 gol su 12 tiri. Fermarlo sarà forse l’ultima missione del ragazzo di Carrara diventato Superman.

Forse non basterà, ma il Bernabeu omggia sempre i supereroi. “Con me questo pubblico è sempre stato carino, però non mi aspetto un’accoglienza particolare. Nella vita ho imparato ad aspettarmi sempre il peggio…”.

Guardandolo negli occhi si capisce che ha una sola paura. Chiudere male. Che sia domani o tra dieci anni non cambia niente.

Tentare l’impossibile. Un po’ come fare 21 anni di Champions. Uno ci è riuscito. E domani sera forse gli passerà una vita davanti. Il primo a batterlo fu Andy Moeller. Uno che ha giocato anche a Torino e si è ritirato 15 anni fa. Chiudere senza subire gol, qualificazione o meno, sarebbe un premio meritato. E un miracolo, visto che il Real segna in Europa da 24 partite consecutive. Ma i supereroi esistono per questo. E qualcuno ha mai chiesto la carta d’identità a Superman?

Claudio Giambene

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