Buffon: “Ero insolente ma anche furbo. Contro Oliver? Me ne vergogno ma lo rifarei”

Le dichiarazioni di Gianluigi Buffon al Salone del Libro di Torino: dalla sua personalità alle parole contro l’arbitro Oliver in Real Madrid-Juventus del 2018.
Gianluigi Buffon è intervenuto al Salone del Libro di Torino per presentare la sua autobiografia “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”.
Tanti i temi trattati: dalla sua personalità, alle scelte in campo come portiere e soprattutto capitano e un commento a un celebre sfogo. Non manca però uno sguardo all’attualità.
L’ex capitano bianconero ha iniziato spiegando la scelta del titolo: “Una metafora che ha rappresentato me per il ruolo e poi rappresenta tutti per tutta la vita. Se uno decide di essere protagonista, in questo percorso ci sono varie cadute, poi è importante trovare il motivo per rialzarsi“.
Continua poi parlando del suo carattere durante le prime partite: “Ero insolente, uno scapestrato, un irriverente, ero molto sicuro di me e anche furbo. Mi sono messo a dormire sul pullman, avevo capito che i miei compagni che erano adulti, dei campioni, avevano bisogno che io dessi sicurezze e l’unico modo era dimostrare… era un modo per tranquillizzare loro. Ho pensato a tranquillizzare loro e non me“.
Le parole di Buffon su quel Real Madrid-Juventus del 2018
Buffon commenta poi la sua frase: “Uno così al posto del cuore ha un bidone d’immondizia“, detta all’arbitro Oliver dopo il rigore concesso al Real Madrid a tempo quasi scaduto, costato l’eliminazione della Juventus in Champions League nel 2018. “Uno dei punti più alti della mia carriera (ride ndr). Ora che è passato qualche anno mi vergogno dell’intervista che ho fatto, di quello che ho detto. Avevo una certa età, rappresentavo qualcuno, ero il capitano. Le mie fortune o sfortune dipendevano solo da me. Però devo anche dire che se tornassi indietro ridirei le stesse cose“.
Prosegue: “In quel momento, riuscire a far sbollire quell’amarezza, non era solo una partita persa, era qualcosa di speciale, una rimonta epica, in uno stadio epico, con un gruppo che aveva dimostrato un carattere e un’unione incredibile, dei pazzi e dei sognatori. Il giorno prima della partita ci parlavamo e quello è stato il più grande dispiacere. A oggi io non so ancora perché sono stato espulso e quindi l’arrabbiatura alle interviste era anche per quello. È stata la partita più bella in cui sono stato coinvolto“.
Uno sguardo alla Champions League
Infine si ritorna all’attualità e in particolar modo alla Champions League: “Ho un ruolo, in questo momento, che è federale superpartes. La verità però è una: le partite e le finali sarebbe giusto che le vincessero le squadre che lo meritano veramente. Chi se lo meriterà tra Psg e Inter lo prenderà”.
Conclude poi: “Ho perso tre finali, in nessuna delle tre abbiamo meritato di vincere. Con il Real Madrid abbiamo meritato di perdere, con il Barcellona abbiamo reagito un momento… La Champions dispiace per la gente della Juve, ma a me non cambia niente, vuol dire che in quel momento sono stati più bravi gli altri“.