È stata la notte della Juve, della 14ª Coppa Italia e dell’ultimo trofeo in bianconero di Gigi Buffon. Una leggenda che smette con il club della sua vita, ma non con il calcio, come ha rivelato nel post partita a Rai Sport: “Ho avuto tanti contatti in questo periodo e sto analizzando le proposte che ho avuto. Quella che reputerò più stimolante, e quando troverò un folle più folle di me, la seguirò”.
“Mi è arrivato un messaggio di un dirigente di una società che in quanto a follia e ambizione può anche superarmi. Mi sento ancora forte. Se trovo una situazione che mi piace e mi stimola a dovere penso di essere ancora un portiere molto forte”, ha proseguito.
43 anni, ma la consapevolezza di volere e potere ancora giocare è evidente, e va anche oltre la difficoltà nello staccarsi definitivamente dalla Juventus: “I tifosi, la gente della Juve, i dirigenti, i presidenti, i miei compagni saranno sempre una parte della mia vita. Non è per questa conclusione del rapporto che cambierà qualcosa. Ho dato tanto amore, tanta professionalità, orgoglio, coraggio ogni volta che sono andato in campo. Poi tutte le cose devono finire: ho 43 anni e a questa età uno deve fare delle scelte che possono sembrare impopolari, strane, folli, però se sono arrivato qui è perché quel pizzico di follia mi ha permesso di non avere limite e poter sognare in ogni momento”.
“Io solo quando sogno e riesco ad alimentarmi con nuovi sogni, progetti, conquiste. Magari non vincerò niente, ma non mi interessa. Nella mia vita mi è sempre interessato viaggiare, battermi, non vincere i trofei. Ho bisogno ancora di battermi, di viaggiare, di portare al limite quello che è il mio corpo, la mia energia, quello che sono io. Non so cosa succederà, potrei anche pensare di smettere perché sono felice, appagato e ho una famiglia bellissima. Ma se c’è qualcuno più folle di me che mi fa immaginare un qualcosa di grandioso io lo seguo, perché la vita è questa”, ha proseguito.
“La vita va vissuta fino all’ultimo secondo con entusiasmo e con la voglia e il desiderio di stupire anche se stessi. Ancora adesso, finché ho la presunzione di essere un portiere importante non mi pongo limiti. Vado avanti se lo reputo stimolante. Altrimenti si prende e si smette”.
E quando Buffon dice di non porsi limiti, fa sul serio: l’obiettivo è di giocare il suo sesto Mondiale. “Vediamo come arriverò in quel dicembre 2022, se dovessi continuare a giocare. Per l’orgoglio che ho, non mi aspetto e non voglio regali. La sfida vera è con me stesso: arrivare al 2022 e dire ‘io so che sono ancora forte e potrei esserci’. La sfida è con me stesso, non con gli altri”.
Davanti a dichiarazioni così forti, passano quasi in secondo piano le parole sulla vittoria della Coppa Italia: “Grandissima emozione, perché finire in questo modo è un qualcosa che mi inorgoglisce. Sono stato felicissimo perché ho condiviso con i miei compagni tantissime avventure, anche questa finale vittoriosa, e poi farlo con i tifosi è stata la ciliegina sulla torta”.
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