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Scegliere il momento e (tornare a) graffiare: Palacio regala la vetta al Brescia

“Patiens et fortis se ipsum felicem facit”, diceva Publilio Siro. Che tradotto sarebbe “L’uomo paziente e forte si costruisce la propria felicità”.

Una frase, questa, che ben si sposa con uno degli eroi di giornata, che ha saputo aspettare e costruirsi il momento adatto: Rodrigo Palacio ha regalato la vetta al Brescia con quello che sa fare meglio, segnare. 

Brescia al comando

Una campionato senza padrone – a differenza del recente passato – ma terreno di conquista per chiunque coltivi sogni di grandezza. Ora è il Brescia che guarda tutti dall’alto in Serie B. Spinto, anche, da un ragazzo che tanto giovane non è, ma che ha la voglia di chi indossa gli scarpini da calcio per la prima volta. Rodrigo Palacio, che ha spento da poco quaranta candeline, ha deciso di aspettare il momento adatto per regalarsi e regalare una piccola grande gioia ai tifosi biancazzurri.

Una doppietta, una rete per tempo, per archiviare la pratica Ascoli e aggiornare, per l’ennesima volta, le statistiche. 

Pazienza e classe

Ha aspettato il suo momento, El Trenza. Sembrava vicino all’addio lo scorso gennaio, poi Palacio è rimasto e ora si gode il momento. Una doppietta (quarta e quinta rete in campionato) da killer d’area. Due reti che raccontano tutto dell’argentino. Uno scatto sul filo del fuorigioco, un destro piazzato nell’angolino, ma anche la classe e l’eleganza nel proteggere la palla e girarsi in fazzoletto. Senza dimenticare la freddezza sotto porta, che diventa essenziale quando la palla scotta. 

 

Rodrigo Palacio ha aspettato il suo momento, con la pazienza e eleganza che da sempre lo caratterizzano. E da uomo paziente ha scelto il momento adatto per inserirsi nella storia del campionato, scrivere il nome del Brescia in cima alla classifica e tornare a sognare, come si faceva da bambini, nei campetti polverosi e fangosi. Anche se ora sono passati diversi anni, ma non la voglia di regalare gioie.

Pietro Agoglia

Ho lasciato il calcio giocato una domenica piovosa in un campo fangoso. Ma il richiamo era troppo forte: ho sostituito gli scarpini con la penna, una divisa con il computer e ora cerco di raccontarlo. Laureato, ma niente di serio. Quasi giornalista, la fumata bianca è vicina, ma mancano da definire i dettagli finali.

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