In serata si conclude la trentaduesima edizione della Coppa d’Africa con la finale tra Senegal ed Egitto. Una delle storie più affascinanti di questo torneo è sicuramente quella di Tom Saintifet, il ct che ha scritto la storia del calcio gambiano. Un uomo vero prima che un allenatore di tutto rispetto, e ce lo assicura Brian Brendell, punta di diamante della sua prima esperienza con una nazionale maggiore in Namibia.
L’allenatore è arrivato nell’ex possedimento tedesco dopo la seconda partecipazione in assoluto alla Coppa d’Africa della nazionale. In quell’edizione, l’attaccante del Civics FC si mise in mostra segnando gli unici due gol della sua nazionale. “Quelle reti hanno rappresentato il momento più felice della mia carriera”, spiega Brian. “Tom è arrivato dopo quella storica Coppa d’Africa che avevamo conquistato con il compianto Ben Bamfuchile, morto poche settimane prima dell’inizio del torneo”.
Proprio per questo Saintfiet, che si è seduto sulle panchine di tre continenti (Europa, Asia ed appunto Africa), è entrato in punta di piedi nelle vite dei suoi giocatori. “Ha dimostrato di avere uno spirito di sensibilità eccelso, qualità non scontata per un allenatore, e si è rivelato un Uomo con la U maiuscola”.
Punto di forza? “Ha creato un grande spirito di squadra e portava sempre e solo positività. Se lo aveste sentito parlare nelle riunioni di squadra, avreste pensato che il calcio fosse il gioco più semplice del mondo”.
Anima coscienziosa ma anche un abile allenatore: “è un malato di tattica”. Con un occhio di riguardo alla difesa. “Da lui abbiamo tutti imparato molto su come difendere. Voleva che anche noi attaccanti sapessimo contrastare gli avversari come i difensori. Ogni volta che perdevamo il possesso dovevamo tornare nella nostra metà campo per difendere come fosse l’ultimo pallone”.
Da quell’esperienza con la Namibia sono passati circa 12 anni, e nel frattempo Saintfiet si è seduto su altre 12 panchine. Ma l’ultima è stata quella più importante, quella del Gambia. Ha trascinato il Paese più piccolo del continente alla prima partecipazione alla Coppa d’Africa arrivando fino ai quarti uscendo solo contro i padroni di casa del Camerun. “Ho guardato le loro partite e sono rimasto sorpreso da quanto siano diventati così grandi in così poco tempo”. Barrow e compagni ringraziano.
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