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Braida: “Pioli? Andrei avanti con lui. Di Gregorio? Tra i migliori in Italia”

“Il Milan ce l’ho nel cuore perchè è stata la mia vita ma voglio bene pure al Monza: è la società che mi ha lanciato da dirigente”. Parola di Ariedo Braida. Monza-Milan non sarà mai una partita come le altre per il dirigente sportivo. Da Pioli a Di Gregorio, passando per Galliani e Palladino sono diversi i temi trattati nell’intervista rilasciata ai microfoni di Tuttosport.

Braida: “Berlusconi è inarrivabile. Haaland? Lo segnalai ai tempi del Barça quando giocava in Norvegia”

Da Monza al tetto del mondo raggiunto con i rossoneri. Una scalata unica e indimenticabile. Il ricordo più bello di Ariedo Braida risale alla fine degli anni ’80: “Ho in mente i 100mila milanisti a Barcellona nel 1989 per la finale di Coppa dei Campioni contro la Stella Rossa”

In pochi anni, il Monza è diventata una solida realtà del nostro campionato e in meriti sono in primis del duo Berlusconi-Galliani. “Adriano ha la passione di un ragazzino, nonostante abbia vinto tutto, guardate cos’ha fatto al Monza. Berlusconi è stato un genio e una persona straordinaria. Uso una sola parola per definirlo: inarrivabile. Qualcuno ha cercato di imitarlo, ma lasciamo perdere. Nessuno regge il paragone…”

Un progetto fondato sui giovani e sul made in Italy: Di Gregorio è pronto per un grande club: è un portiere bravo e di grandissimo rendimento, tra i migliori in Italia. Colpani è un talento puro che ha bisogno di maturare e prendere consapevolezza delle sue doti per arrivare ai massimi livelli”. E su Palladino: “Lui è stata una grande intuizione di Berlusconi e Galliani, avrà un bel futuro”

Una stagione di alti e bassi per il Milan: “Due mesi fa avevo criticato duramente il Milan: adesso è cresciuto e sta tornando a un livello importante. Ora gioca più sicura, copre bene spazi e campo. Può sicuramente dire la sua per vincere l’Europa League”. Su Pioli: “A me piace e me lo tengo stretto. Io andrei avanti con lui”.

Braida svela un retroscena su Haaland che risale ai tempi del Barcellona: “Lo vidi quando giocava in Norvegia e capii subito che sarebbe diventato un campione. Infatti l’avevo segnalato al Barcellona, poi hanno fatto altre scelte. I calciatori si scelgono dal vivo, non tramite degli algoritmi: non sono il Vangelo. Tra l’altro negli ultimi anni diverse squadre, che si sono basate sugli algoritmi, sono retrocesse“.

Redazione

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