In 31 presenze in Serie A con la maglia del Milan, Brahim Diaz non era riuscito ancora a segnare un gol davanti al pubblico di San Siro. Uno zero cancellato contro il Venezia. Una rete – e una vittoria – fondamentali per i rossoneri che hanno riagganciato l’Inter al primo posto in classifica.
Un sigillo personale, invece, che certifica quanto Brahim sia diventato imprescindibile per la squadra di Stefano Pioli che ha dovuto faticare per 68 minuti prima di abbattere il muro difensivo costruito dalla squadra di Paolo Zanetti.
“Siam venuti fin qui, siam venuti fin qui per vedere Brahim“. La curva sud più volte ha intonato questo coro, tanto conosciuto negli anni perché dedicato prima a Weah e poi a Kaka. Due giocatori tutt’altro che banali nella storia del Milan. Storia che anche lo spagnolo sta cercando di costruire, mattoncino dopo mattoncino.
Se il primo anno è servito per prendere contatto con la Serie A, il secondo, servirà per l’exploit. La pressione è aumentata con la maglia numero 10 sulle spalle, tuttavia Brahim sta confermando quanto di buono visto. A coccolarselo è Stefano Pioli che, dopo la sostituzione al minuto numero 81, ha abbracciato Brahim Diaz, sussurrandogli delle parole. Come padre e figlio, quel figlio che ha conquistato fiducia e un ruolo da inamovibile sulla trequarti. Cinque partite disputate, cinque volte in campo dal primo minuto.
A Madrid, intanto, c’è un ex rossonero che segue con attenzione le prestazioni di Brahim Diaz: è Carlo Ancelotti. Il trequartista, in prestito al Milan fino al 2023, è ancora di proprietà del Real e l’allenatore blancos, pochi giorni, fa ha speso parole d’elogio per lui: “A Madrid non ha avuto spazio per una questione di concorrenza, è un giocatore importante per noi e siamo felici che stia facendo bene al Milan. Per la sua crescita era importante giocare, è andato al Milan non per caso, ma perché conosciamo la struttura della società e della squadra“.
Se da una parte Brahim ha indirizzato il match, dall’altra Theo Hernandez ha conquistato la scena. Lui ha spaccato a metà la partita: prima l’assist per l’1-0 nove minuti dopo l’ingresso in campo, poi il sigillo finale con il gol 2-0. Ma è stata anche la serata di Pietro Pellegri che ha esordito con la maglia del Milan. Venti minuti e pochi palloni toccati, ma il contatto con San Siro servirà al giovane attaccante che, visti i problemi di Giroud e Ibra, potrebbe essere chiamato in causa anche nei prossimi match.
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