Essere di Mönchengladbach vuol dire tante cose. Vuol dire essere l’ultima città tedesca prima dell’Olanda, ma vuol dire anche tifare una squadra che negli anni 70’ ha dominato in Bundesliga e non solo. Cinque campionati vinti in otto anni, una Supercoppa e anche due Coppa Uefa. Insomma, una vera e propria potenza del calcio tedesco. Che poi però negli anni si è persa, per motivi differenti. A parte una DFB Pokal vinta nel 1995, il nulla. Ma quest’anno la storia sembra essere diversa. Quest’anno il Gladbach può tornare a vincere, o almeno ci proverà.
Dietro questo momentaneo successo che ha portato la squadra tedesca prima in classifica ad un punto di distanza dal Lipsia di Nagelsmann ci sono principalmente due fattori. La programmazione del club in sede di mercato e le nuove idee di un allenatore che è arrivato a giocarsi una grande occasione nel momento giusto della carriera: Marco Rose. Il Borussia Mönchengladbach non ha avuto paura. In estate si è privato del giocatore senza dubbio più talentuoso che è passato dal Borussia Park negli ultimi vent’anni. Thorgan Hazard è infatti passato all’altro Borussia, quello di Dortmund, per una cifra vicina ai 25 milioni di euro. Soldi che però sono stati subito reinvestiti in Marcus Thuram, Stefan Lainer (in estate cercato anche dal Napoli) e Breel Embolo.
L’identikit del direttore sportivo Max Eberl era chiaro: giocatori giovani, di talento, ma sopratutto che un giorno possono essere rivenduti almeno al doppio del prezzo d’acquisto. Insomma, un modello che in Germania ha funzionato benissimo proprio fino a pochi anni fa con l’altro Borussia, quello di Dortmund. Un modello facile da pensare ma difficile da costruire. Ci vuole lavoro, pazienza ma anche tanta capacità nell’individuare i giocatori. Ma il Gladbach adesso non è più “l’altro Borussia”, oppure un “German Team”, come qualche anno fa veniva descritto all’estero anche da un simpatico post sui social di Gigi Buffon, che si è sempre dichiarato simpatizzante per la squadra di Mönchengladbach.
Va bene il mercato, va bene la visione, ma quest’anno i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Presto per dire se sarà un successo duraturo, ma quello che salta all’occhio è il lavoro che sta facendo Marco Rose, un lavoro semplicemente sensazionale. Rose è stato per anni una bandiera del Mainz, una squadra che ad inizio anni 2000 ha sorpreso insieme ad un giovane allenatore emergente che da lì a poco sarebbe diventato forse il migliore del mondo: Jurgen Klopp. Ovviamente lo stile di gioco di Rose può ricordare vagamente quello dell’allenatore del Liverpool, ma solo se visto superficialmente. Perché Rose poi ha studiato, è partito dai giovani, è cresciuto con il Salisburgo e poi ha anche vinto in Austria due campionati e una coppa nazionale in due anni, stupendo anche in Europa (chiedere per informazioni a Simone Inzaghi e la Lazio). Insomma, un predestinato, anche se la potenza Red Bull ha sicuramente contribuito ai suoi successi a Salisburgo. Rose è di Lipsia, ed è nato nella Germania dell’Est. Oggi invece allena la squadra più a Ovest della Bundesliga. Un mondo opposto, vissuto da protagonista assoluto.
Il giocatore inizierà ad allenarsi con la squadra. A seguire verrà presa la decisione di…
Le parole del Commissario Tecnico su Federico Chiesa e il momento del Napoli di Antonio…
Mattinata di visite mediche al JMedical per Koopmeiners dopo l'infortunio subito nella sfida contro il…
Dopo la sconfitta contro la Juventus, il Monza ha deciso di accelerare per Salvatore Bocchetti:…
Nuovo ruolo per l'ex Roma Lina Souloukou, che diventa il nuovo amministratore delegato del Nottingham…
Ha fatto tanto parlare di sè il guantone usato da Ramsdale in Fulham-Southampton con 4…